-
Hello World!
SynAquaNon Press

L’Archivio cronologico
366-372 (?) San Gelasio, primo vescovo di Arezzo, costruisce un oratorio sulla tomba di San Donato a Pionta.
375 San Fiorenzo, vescovo di Arezzo. [Una chiesa non lontano del Conventino dedicata a s. Fiorenzo/ s. Firenze, registrata per la prima volta nel 1198].
443 Papa Leone Magno I° da Anghiari conferma l’esistenza di confratelli: Eremitarum Sant’Augustini.
492-496 Papa San Gelasio erige chiese ai confini della diocesi di Arezzo per evitare dispute (Tafi, 1998:). [Una chiesa dedicata a San Gelasio viene costruita sotto gli auspici di Mauro, vescovo di Siena, nel 650].
510-535 La Tuscia riunita. La provincia di Tifernum Tibernum, che poi diventerà Città di Castello, comprende sia la Tuscia che l’Umbria, e la nuova provincia denominata Alpes Appenninae posta sotto l’egida dell’oppidum (o castrum) Veronae.
543 Totila e Rigone distruggono le campagne di Umbria; Totila, ferito, muore a Caprese Michelangelo.
568-572 I Longobardi invadono l’Italia settentrionale ed erigono “man∫ione” (dal latino, man∫o: residenza o mansionaria: case con cappellani), e anche ‘castelli’ (case fortificate dotate di una cappella privata per il battesimo), che diventano monasteri di rito ariano, e poi cattolico, dopo la conversione di Teodolinda e Liutprando al cattolicesimo (Fanfani). Le “man∫iones” (stazioni viarie) furono poste lungo la strada romana Sarsina-Arezzo nella VI Regio Romano o “Umbria cisappennica“.
Fine VI sec. – inizio VII sec: Teodolinda costruisce un convento per San Martino al Cassero di Anghiari chiamato Conventone (Taglieschi). Teodolinda costruisce un convento a Badia del Sasso vicino a Subbiano.
640 Un ozpizio a Popani viene fondato dai longobardi (Bartolomei, Sigliano, 1985).
650 Mauro, vescovo di Siena, concorda con il vescovo di Arezzo che “gli uomini che abitano in Sexta possono restaurare un santuario/oracolo, in zone disabitate o desertiche (oraculum de desertis), che è stato consumato da un incendio e sono legalmente autorizzati a difendere i loro luoghi sacri”. Item protulit Maurus episcopus, eo quod homines qui abitant in Sexta oraculum de desertis restauravissent et ex ipso oraculo, tempore quando ab incendio est crematus, patrocinia sanctorum exinde a plebe in alia ecclesia posuissent… stetit ut in iura… mauri episcopi esse… inveniatur. (Arch. Capitolare di Arezzo, (ACA) #3; Pasqui #4.)
Fine del VII secolo: Tuscia Romana è diversa dalla Tuscia Longobardorum; Massa Verona (che comprendeva il castello di Montauto, La Verna e anche Bagno di Romagna), viene assorbita nella diocesi di Città di Castello.
712-714 Liutprando conquista l’Alta Valle del Tevere, trasferisce la sua sede a Città di Castello e costruisce un santuario in un palazzo, “palatium oraculum ne fece una [chiesa] in onore di Dio Salvatore, anche nell’interno della reggia istituendo, inoltre, ciò che nessun altro re aveva mai avuto, un collegio di sacerdoti e di chierici che gli celebrassero quotidianamente gli uffici divini”: (Paolo Diacono). (Bartolini, 1988).
714 Monte S. Maria e Chiusure (dighe) sono sotto il controllo di Siena.
714 Viene creata una dotazione dal Senatore filius Albini (un senatore romano, figlio di Albino), e da una religiosa femina, Theodelinda, parente di Luitprando: “Senator filius bone memorie Albini et Theodelinda in Pavia“. (Langobardischen Urkunden).
715: “In sancta Maria fines Clusinas in fundo Sexta semper Sancti Donati esse scio et sagrationem a ponteficem Aretine civitatis abere“: ‘Mi risulta che una festa/sagra viene celebrata presso [il santuario di] Santa Maria nel podere di Sexta, ancora dedicato a San Donato, nel territorio di Clusine del pontefice dell’autorità civile di Arezzo’.
716 La diocesi di Arezzo si estende “fino a s. Maria nei territori di Chiusi nel feudo di Sexta: “usque in sancta Maria fines clusinas in fundo Sexta” (notaio di Liutprando). (Cantù 1840; (Repetti, Vol. I. 86).
726/728-752 Orso/ Urso Chierico degli Orsi di Ravenna di Liutprando dona un terreno al monastero di Nonantula.
770 Un’abbazia a Monte Viride costruita sotto gli auspici di Volterra “in loco vocaboli Castelione“.
770 La chiesa e il monastero di Sant’Agostino ad Anghiari vengono fondati su un terreno acquistato da Chiusi e associato agli Ospitalieri del Tau dal “Monaco Tao”. (Schneider). [Monaco Tao è il presunto costruttore dell’abbazia di S. Antimo presso Montalcino sotto il re Desiderio anche nell’VIII secolo].
776 Raginaldo/Rainerio è gastaldo di Castrum Felici (Felicitatis), cioè castellano di Città di Castello, e Duca di Tuscia.
781 La Pieve di Sovara fa parte del Regnum Episcopati di Castri Felicitatis (Città di Castello). (Ascani, 2003).
783 Carlomagno a Worms conferma la donazione dei beni di san Donato e di quelli del monastero di s. Benedetto di Arezzo ad Ariberto. (Calleri, 2014).
801 “Arimberto, Principe del Baronia Borbonia alla Chiesa, nomina Signori Marchesi del Monte intitolati Borboni Marchese di Toscana e Vicario delle Città d’Arezzo e Città di Castello” (Brunetti, Roma. 1833, Ind. X. N: LVIII: v. 2, 1: 334).
802 Carlomagno concede Chiusi della Verna a Orlando Cataneo di Chiusi dei conti Galbino di Anghiari.
814 Angulario (Anghiari) era sotto Sant’Antimo di Siena e ai confini dello Stato senese. Aquisgrana IV Kalendae Januari ind. Ne VIII an. 814. (Taglieschi, 1991).
814 L’imperatore Ludovico definisce il territorio come “dal ponte fino al guado che si dice appartenere a Urso; a sud del Vado di Urso lungo la strada che porta sotto Monte Lucinij fino a Sant’Antimo”: … “a ponte usque in Vado qui dicitur Ursi. A meridie de vado Ursi per viam quae ducit sub Monte Lucinij usque in viam s. Antimi…’In cultu in fine Clusine Piscaria Arnesae mediatate. (Un’altra versione confermava che la ‘donazione di Caio in luogo chiamato Ceciliano… comprendeva ‘aree coltivate in fine Clusine (cioè all’interno di Clusine), peschiere/dighe (lagune della basterna), e tutti quei beni dalle case alle peschiere appartenenti al pubblico Civitatis Clusine’. L’imperatore Ludovico fece anche dono di “Orvieto, Bagnarea, La Marca Toscana, La Maremma, Popolonia, Souara e Roselle” a Papa Pasquale dell’Abbazia di S. Antimo. (Tommasi 1625).
829 Ropprando ottiene un contratto di affitto di terreni in loco Casale ubi dicitur Monte Iuneo.
833 Pietro I, vescovo di Arezzo, chiede e ottiene dall’imperatore Liutardo/Lothario la conferma che i possedimenti della “chiesa di Sant’Antimo (scritto anche Ansano e Amsani) e di S. Pietro d’Asso” (a Siena) “che il signore Leone Papa e i precedenti imperatori di nostra epoca carolingia hanno restituito alla chiesa sotto il loro dominio”, siano posti sotto Arezzo.
840 Il vescovo Pietro I fonda la Canonica Aretina: Pro stabilitate regni et imperii domnorum nostrorum atque sancta aecclesia et cuncto populo christiano eorumdem a Domino regendum concessum, et ut eius semper adaugeatur plebs et popolo. Primum quidem dedimus atque confirmavamus ibidem vineam unam qui dicitur ad Pinum…; quidem et prato qui dicitur et vocatur ad Salam; id circo et curticellam unam qui vocatur ad Clane… ; quidem et aliam curticellam qui vocatur ad Moionam, de quantum Ursus actor ad suam tenet manus ad regendum…con ‘pistores, lavandarium) e bifulcum in perpetua’ sotto la regola dell’imperatore. [Urso era ‘gastaldo, actor e villicus’ (Pasqui)].
843 L’impero carolingio si divide in tre, e la Canonica è soppressa da Petrus I, vescovo di “urbs ariciensis, cioè Aricia/Aritia, o Arretium”.
843 I conti di Dorna amministrano i beni imperiali dopo il crollo della Canonica e la creazione dell’Abbazia di s. Flora.
881-887 Ursus peccator dux: “Urso, il duca peccatore” costruisce il monastero di San Leo durante il regno di Carlo il Grosso, erede di Carlomagno.
900 Donazione dall’imperatore Ludovico III della Canonica Aretina al vescovo Petrus III di Arezzo.
916 Berengario, re e imperatore d’Italia, erede delle terre gestite da Teodolinda, rinuncia ai diritti su Città di Castello e sulle chiese dette di San Martino: ‘Castrum Felicitatis cum quadam ecclesia quae dicitur sancti Martini (cioè la zona cattolica di san Martino al confine), incluse tutte le zone degli Barbaritana (longobardi) e quelle del Aritino, Senense, Florentino, Clusiano e Città di Castello comitati ‘. (Schiaparelli, 2003).
916 L’Alpe de Popani fu sede di una chiesa ai SS. Jacopi e Cristofani costruita dal conte senese Rodolfo, “primogenitore dei nobili di Galbino, Caprese e Montedoglio”(Repetti).
917 Uguccione/ Ursoni, Marchione de Colle, figlio del precedente Marchione di Tuscia, Uguccione, riceve i diritti sul “Castrum Collis, Castrum Valliane [cioè Valiale presso Anghiari?] … Oppidum Favalti cum tota sua Montanea/Montaninae… e Castrum Verni” (La Verna?) dal re Berengario II. (Solvanus, 1741).
933 Hugonis/Ugone e Lothario confermano di aver costruito la chiesa di s. Maria a Monte Ionio [Montejonem/ Montione?]. (ASF, Archivio di SS. Flore e Lucille #5).
940 ‘mansio‘ registrato ad Anghiari. [Sp. Dipl. 59bis 36)].
958-961 “alia corticella que vocatur Moiona sub integritate” fa parte della Canonica. (Pasqui #68).
961 L’abbazia di Vangadizza Bictrinis viene donata da Berengario II di Verona a Ugo, marchese di Toscana del Monte S. Maria Tiberina.
962-964 Berengario II dona alcune terre, “conquistate da Urso”, al sacerdote Roprando /Ropprando.
963 Moiona è elencata nella Canonica come “aliam corticellam que vocatur Moiona sub integritate“. (Pasqui #71).
967 Ottone il Grande dona la Massa Verona, boschi e insediamenti e “cortem in clotiniano, cortem di Pennina in comitatu clusino, cortem paterno et casam maiorem, Petra Verna” [La Verna?] … a ‘Guasfredo/ Goffredo di fu Ildebrando’ che riceve Massa Verona e le corti di Suona, Casam Maiorem… + Le Chiusure di Goffredo‘.
967 Lamberto del fu Marchese Ildebrando, un ramo della famiglia Ildebrando di Soana, vende a Ropprando l’Abbazia di Monteverdi/Monte Viride e tutti i suoi possedimenti.
982 La chiesa secolare dei SS. Jacopo (Giacomo) e Cristofano a Popano viene interdetta dalle funzioni divine a causa dei danni provocati dalle lotte tra i Conti di Caprese e quelli di Montauto. (Chinali, 1904).
986 L’imperatore sassone Ottone III assegna i ‘livelli’ (diritti di usufrutto) a coloro che vivono nei possedimenti imperiali soggetti alla Canonica Aretina.
989 Ermengarda, vedova di Lamberto di Ildebrando, figlia di Ranieri, riacquista il “monastero di Ropprando”, già appartenente a Urso, piccolo feudo (massaccio) di Gualberto/Adalberto ai confini di G’albiano’. (Archivio di Siena).
994 Terreni e possedimenti di un monastero di Ugone (Ugo) a Montione sono contesi con Bonitio/Bennisu, (presbitero dell’Abbazia dei SS. Flora e Lucilla) e con Adalberto e il marchese Umberto di Toscana. (ASF, Archivio di SS. Lucille e Flore).
994 Castelnovo (Subbiano), Fontiano e Sasseto, sotto i Canonica e l’Abbazia di s. Flora, vengono invasi dai conti longobardi, tra cui i Galbino.
996 Il monastero Prataliensi sotto la plebe di s. Marie sito Partina viene creato dal vescovo Elemperto (fratello del marchese Ranieri di Toscana), e da Ottone III, il quale conferma che coloro che si trovano “nelle Alpi Aretine chiamate Pratalia” dovranno obbedire al principio “sinodo et parate”.
996 Ottone III conferma “alia corticellam que vocatur Moiona sub integritate”, è una donazione imperiale alla Canonica di Arezzo (Pasqui #82).
996 L’imperatore Ottone III a Ravenna si pronuncia a favore dell’abate di Santa Flora per una controversia su un terreno del monastero in terra Martinense appartenente ad Adalberto/Olberto/Umberto Marchese e ad Everardo di Gualcheri [la Gualchiera vicino alle Strette?)]. (ASF, Archivio di SS. Flore e Lucille, ACA #23).
998 Hugo, marchese di Tuscia, dona un terreno a Rodolfo in memoria di Ildebrando, conte di Roselle.
XI secolo: Si costruiscono chiese battesimali nei castelli sotto i longobardi.
1001 Il Marchese Ugo/Hugo costruisce un monastero “in memoria di Uberto/Umberto”, ex Marchese di Toscana.
1002 Il mansum de Sexta, costruito dal marchese Hugo e sotto la Badia Pratalia è affittato a Winizone gastaldo/Vuinizonis /Winizzoni castaldio (Guidone), durante il regno di Ottone III; (RC I:6) mansum quoque de Sexta d. 1020; 1046 (Annales Camaldolenses (AC) I: A168).
1003 Il Parthenone viene creato da Romualdo nella Vallis Bonae, “un luogo non ben identificato” (Vedovato, 1994), e rimane sotto l’abbazia senese di Badia Berardenga fino al 1023.
1004 I residenti di Piapiano (Papiano) erigono una nuova chiesa a San Lorenzo sotto Città di Castello.
1014 Marchese Ranieri di Colle, figlio del Conte Guido, primogenitore del Marchese di s. Maria Tiberina.
1020 Bonifacio di Canossa viene nominato Marchese di Toscana da Corrado/Chunrado II, ma i suoi territori sono limitati alla zona che va dal Cerfone al Lago Trasimeno e dal Monte di Marzana al Tevere.
1020 Papa Arrigo (Enrico) II conferma che i possedimenti della Canonica Aretina comprendono “aliam corticellam chiamata Moiona con villa Fusculisi” (Pasqui #110).
1020 Casa est recta per Urso masario (man∫ario, cioè man∫ionario con beneficio).
1023 I monasteri della Vangatizza e delle Insulae Montecristi vengono unificati sotto il vescovo Teodaldo di Arezzo.
1027 L’imperatore Corrado II il Salico conferma il privilegio imperiale per il cortem de Moiona, con le sue pertinenze “nella Canonica Aretina, quello che i suddetti canonici lì hanno ricevuto per decreto dai loro antecedenti imperiali e il privilegio pontificio concesso in Castro Felicitates” (Città di Castello).
1027 Il Vescovo Teodaldo di Canossa fonda l’eremo dei Camaldoli con il mansum e chiesa di San Salvatore a Monte’ (?), e da diritti a Ursum Lanfredi e ai suoi nipoti.
1028 Tutte le terre del Presbitero Petronio e dei suoi consorti nella zona chiamata Lama de Valle…: (terra ipsius Petroni et de consortibus suis; alia in avocabulo Lama de Valle); delimitate da I: terra sopra posseduta dal suddetto Roitio II: un piccolo ruscello e acqua, … [e] terre appartenenti a Petrus de Bernardo e ai suoi consorti… III… e un terzo tratto di terra con vigne e casa che è vicino alla zona localmente chiamata Lama, circondato in tutte le parti da una sepe viva (siepe di bosso vivente) che è stata misurata come per scopi fiscali, e divisa dalla parte che Ropprando ha dato a questo stesso monastero” [cioè l’Abbatia Pratalia] sono trasferiti ad esso. (I: de super terra de qd. Roitio; II: fossato et aqua, III: terra de eccl. S. Marie da Turricella in terra Petronis presb. necnon iudicat, et tradit tertiam petiam cum vinea et casa, ibi prope iam dicto vocabulo Lama, et est ab omne parte circumdata de sepe viva tanta per estimationem si opus fuerit per saguma mensura sicut dividet da illa parte qui per iudicato dedit ad ipsius monesterio Ropprando) (Regesto Camaldoli (RC) I #95).
1037 Immone/Ihrenfridi, vescovo di Arezzo, sotto l’autorità episcopale del suddetto don Pietro l’eremita e degli eremiti di Camaldoli, e in memoria del signore Teodaldo e dei nostri vescovi precedenti, conferma di concedere “un manso in Monte all’eremo i cui diritti appartengono a Urso Lanfredi e sono gestiti dai suoi nipoti”. (Vedovato, 1994; ASF, Camaldoli).
1037 I conti Dorna sono proprietari del castello vescovile nella Massa Verona. (Cortese, 2002) [e anche di una miniera a Serpentaia (Archivio di Siena, Sant’Agostino, 1116).]
1042 Ursone gastaldo in possesso di Montaione e la metà di un mansio, precedentemente il suo castello di Montaione (apud castrum suum de Montaione) (Annali Camaldoli (AC) I).
1045 s. Maria in Sexta plebs in territorio senese che fu sotto Immone, vescovo di Arezzo è concessa dal vescovo Teodaldo in privilegio ai Camaldoli. (AC II A113b).
1046 Il mansum quoque de Sexta: “l’ospizio che fa parte di Sexta è sotto il gastaldio Winizzone (AC II A 119b); Sexta mansus fa parte della Badia di s. Maria e s. Benedicte de Prataglia” (come nel 1002).
1050 Lazzaro di Galbino è inserito nel lignaggio di Galbino sotto Ranieri, secondo la lista di Sebregondi. (Bertini, 1996).
1027-1058/59 Gualfredo/ Goffredo di Ildebrando, (erede del Gottfredo che ricevette la lascità della Massa Verona nel 967) dona il ‘castellum et curtem de Moiona ai canonici di s. Donato (Pasqui #185).
1058 Il marchese Gottfredo, duca di Tuscia, e la moglie Beatrice concedono il “castellum et curtem di Mojona… turrem de Classe, ecclesia S. Hieronomi cum mansis et terres de Anglare” (cioè, quella di san Girolamo sotto Anghiari) … et “ecclesia di Tobiano, dati ai canonici di s. Donato da Raginerius, filio di Raginerio de Majano, e i figli di Rigi de Majano, per salvare la sua anima”. (Muratori, Antiquitates I. 1738: 955-959).
1059 “Nel luogo della Cattedrale, gli ‘usurpatori’ dei castelli [preesistenti] dei canonici agostiniani di Arezzo, il signore Marchione Gottfredo e il vescovo Arnaldo, ricevono protezione attraverso questa sentenza da parte dei legislatori, Jode di Galbina e Johannes di Chiassa, nel luogo chiamato Piscinale nella plebe di S. Stefano in Chiassa, alla presenza di Raniero, figlio del Duca Marchese Uguccione [di Colle], del conte Teguimus, di Ranelius e Bernardo, conti di Ardingi” e alla presenza dei figli di Rigi de Majano, per salvare la sua anima.” (Pasqui).
1059 Gualdrada e Rinieri, Marchese di Colle, figlio di Ranieri di Majano, Marchese di Tuscia danno il ‘curtem de Mojona‘, turrem de Classe, chiesa di S. Hieronomi et mansis cum terres de Anglare‘ ai canonici di San Donato.
1059 Ildebrando de Soana (poi papa Gregorio VII dal 1073 al 1085) istituisce la riforma di tutti i priorati e monasteri agostiniani dei canonici regolari e li riunisce sotto l’ordine ermetico di Sant’Agostino. (Pasqui).
1059 Terreni dati a S. Flora: “Pleb. S. Stephani sita Classe [Chiassa], Majano, Molasciano, S. Andrea, et Platanopale (cioè, Pianettole)”. (Camici).
1059 Sofia, erede di due Marchesi, sorella di Uguccione e figlia di Ranieri, figlio del Duca Marchese Uguccione [di Colle], vuole costruire un luogo di sepoltura per il pellegrinaggio nel monastero di “s. Christophoro martire”. Lei aveva chiesto all’abate che fosse costruito, ma l’abate diventa squilibrato, la cosa troppo difficile da eseguire e, per tutta risposta, Petro Damiano ritira i suoi monaci da questa cella”: Sophia, duorum marchionum, Uguzonis sororis et Rainerii filiae… abbatem monasterii sancti Christophori martyris, ut situ sepulturam construeret, petiit, illoque renitente, eamque delirare perhibente… difficilis impetravit… Damiano retulerant illius cenobii monachi. s. Christophori monasterium. (AC II 201 a.)
1063 “Al tempo di re Giulio, il conte Malduli, di nobile famiglia aretina, conferisce l’Arcus Senarum ad Sylvanu dell’Abbatis Rose, ricevuto in eredità da Magister Chesij all’eremo di Camaldoli, secondo documenti molto antichi”. (Fortunio, I, III, p. 61-2). //s. Mariae Rosae Senarum vel Abbatiae arcus Senarum quae vulgo appellatur de Rosa‘. [Una S. Maria della Rosa Senese o la Chiusura dell’Abbazia Senese nominata nel volgare ‘de Rosa’ si trova nella Val di Chiana (Kehr, 1907)].
1064 Costantino, vescovo di Arezzo, cita “unum mansum in Monte, i cui diritti sono con Ursum Lanfredi”. (RCI #86 d. 1027, 1038).
1070 Ranieri III e suo zio Enrico I rinunciano ai diritti sulla terra di S. Fiora a Vico, e sulla metà della foresta di Acuto.
1073 Giocondo/Iocondo, arcidiacono di Arezzo e preposito della Canonica Aretina di San Donato, titolare dell’usufrutto, cede il diritto alle decime (decimam) del pane e del vino e degli ortaggi dell’orto “lavorato con le proprie mani” nella curtem de Moiona al signore Martino eremita, ai suoi fratelli eremiti e ai loro successori nell’eremo di Camaldoli. (RC I 384; AC II clxi).
1073 Il Marchese di Toscana dona terre “appartenenti alla Barbaritana” nel Comit. Aretino all’interno della Plebem S. Stephani sita Classe (Chiassa) e “integram illam terram… [all’interno di quel territorio] infra Plebem s. Stephani, et in villa Deserta, e tutti i luoghi in cui si trovano le terre contese di Feralmus e Raginierius, il beneficium (feudo) del suddetto Donato, compresa Soci, e tutti i luoghi che riguardano i tratti di terra posseduti dal priore Feralmus (figlio di Corbizonis) e da Raginerius, (figlio di Fuskeri/Fuscheri/Fusculisi, e marito di Berta in Subbiano), la cui proprietà è stata contestata ai frati di S. Flora dai frati di S. Donato, e ai Camaldoli.
1073 La terra viene assegnata a fabbro Iohannis, figlio di fabbro Bonitio di celebre memoria, territori: la via romea…: v. per Iohanni faber f.b.m. Boniti faber, fines: strata Romea, terra Iohannis faber, via… firmato al castelo s. Maria in Canonica [precursore di s. Maria della Scala a Siena?] da m. Bernardi, Bennuli f.b.m.eriti: ‘eredi di figli della Berardenga di famosa memoria’…da Tebaldi f. Rodolfi, Rodolfi f. Bulgarelli.’ (Archivio senese; Schneider, 1911).
1073 Il castro et decimatione Modionae (ca 1073). [la ‘corte Modiona’ è quella di Hugone nel 933 secondo un documento all’imperatore Lotario d’Italia. (Muratori)].
1074 La Contessa Matilde concede la giurisdizione sul campum qui vocatur Anghire (la piana di Anghiari) ai Monaci Lucchesi di S. Ponziano. (Camici. Supplementi 1776: N. XII: 66-67.)
1076 Il vescovo Rodolfo di Siena viene scomunicato.
1079 L’arciprete Lamberto della Canonica di S. Maria di Siena, con il consenso dei canonici e dei fratelli pensionati, dona uno stipendio e delle vigne che appartenevano al padre a Scopito, Largnano et “Sexta ubi iam fuit castellum” (cioè, Sexta dove c’era un castello) a Raginerio de Paccio (Reg. Chart. Italiae 8).
1079 Ugone dell’Ecclesia di Volterrana ad Anghiari riceve i beni della chiesa di San Crescentino (vicino alle abitazioni del Castillione de Fatt’albecco) che appartenevano in precedenza a Lamberto [di Ildebrando].
1080 Montis aurei castrum viene dato in privilegio da Gregorio, vescovo di Chiusi, all’eremo di Camaldoli.
1080 (non 1008) “Agliano in Val Tiberina, corticella presso Montedoglio alla riva destra del Tevere in Micciano, 3 miglia toscana a settentrione di Anghiari”, proprietà dei conti di Montedoglio, data a Bernardo nel 1082 che la trasferì ai Camaldoli e alla Badia di san Bartolomei nel 1104. (Repetti).
1080 Guinigildo di Dorna dona ai Canonica grandi quantità di terra nella Marca di Tuscia.
1080 Collegio degli Ilicetanae agostiniani, o areopago, fondato a Illicium. (Landucci, 1653).
1080 L’Abbatia ad Insulam degli Ilicetanae, dedicata al Santissimo Salvator e a s. Ciriaco, è restaurata da ‘Mithilda de Montemaggio’. (Landucci, 1653).
1081 Raginerius/Raginaldo, figlio di Fuskeri e suocero di Berta, madre del Marchese della Toscana, è proprietario di Sibiano (Subbiano).
1081 Il vescovo di Siena e Bernardo, figlio dei conti di Bernardenghi, concedono un terreno in burgo (all’insediamento) nei territori della Strata Romea a fabro Iohannis, figlio di fabro Bonitio “di buona memoria”, descritto come “un conte di Bencue (cioè Bennisu/Bonitio) di Alberico della lignaggio dal 1046″ (Schneider, 1911).
1082 Alberigo di Galbino e Tederanda, sua moglie, partono per Arezzo, dopo la vendita del castello di Angrare, della sua corte, delle sue chiese e delle sue pertinenze a Bernardo di Raginerio, suo fratello, con i beni da dividere con gli altri suoi fratelli, Ugolino e Ranieri, e il castello di Caprese e il castello di Sovaggio (castello di Caprese… castello di Soaggio…), “dalla cascata montana di Lupaia che si getta nel Sovara, a ritroso per la strada del Colle fino alla Croce di Castilione” (a fossa Lupaia mergente in Suara regredente per via de Colle ad Crucem di Castilione), più vari territori che Alberto, Bernardo e Ugo hanno ceduto, e tutto ciò che possiedono nella pieve di s. Cassiano: “domus Iohannis RoiĴi, curte de Albiano, excepto manso di Zicarillo, mansione di Girba de Colle… miserunt” (RC I 447). Anche curte di Monna”; “Albericus f. Raynerij de Galbina et Teduranda [venderet] totum Castrum de anglar cum curte et pertinentiis suis et eccliis… a Bernardo f. Raynij“. (Camaldoli #8; ∫xxxij ASF cxvi); “tutte le ville con finestre a battente della tenuta, compresa la ‘fortiz mayre curtis‘ (tenuta della rocca del sindaco), le sue vigne, i suoi prati, i suoi campi, i suoi boschi, le sue rive, i suoi pascoli, i suoi campi coltivati e non coltivati, i suoi aquimoli [mulini azionati dall’acqua per la macinazione del grano] e altri mulini”… (ASF Camaldoli originale 00001836 (#9); AC III xix, App: 31; RC I 447).
(nella versione di Taglieschi): ‘Alberigo di Galbino vende i suoi terreni ad Anghiari tra cui il castello di Anghiari, la casa di Giovanni di Royci (cioè Iohannis Roze/Roizi), mansum cuia de albian, mansum de Martino Girbe, manso di Berna, Pieve di Micciano, curia di Viaio, ecc. da dividere tra lui e i fratelli Bernardo, Ugolino e Raynuci di Ranieri Sidonio di Galbino, per includere “monasterio s. Marie de Diciano… aut de ipsis rebus q. sibi dedit, quod sibi pertinet in castello et in curte de Biviliano“.(1083: ASF Camaldoli# 8, Cxvi #9; RC I #462).
1085 La terra “tra Sancte Maria sito Suara e il Castello Vulcognano/ Vocognano” viene ceduta al monastero benedettino di S. Flora.
1087 Viene ceduto ad uso dei poveri “lo stagno, la casa di riposo e l’ospizio dedicato a San Basilio accanto alla Via Romea”: “Piscaria sinodochio et hospitale ad s. Basilio iuxta stratam Romeam edificato ad uso pauperum“. (Schneider, 1911).
1087 Il vescovo Elemperto di Arezzo chiede a Ugone, sacerdote aretino, Feralmo/Falermo e Corbizone, conti di Montauto, di dare tutto ciò che hanno ad Anghiari, Montaguto e Arezzo ai Camaldoli, ed essi lo fanno. (Taglieschi: 1614: 54).
1087 Il conte Enrico de Bernardo dei longobardi di Galbino è tenuto a proteggere Toppole nella plebe sante Marie scito Soara (Pasqui).
1087/1088 “Gli eredi Teza (?) di Minculi e Quiducius, figlio del chierico Minculi, accettano 16 pezzi d’argento per la casa con la sua estesa proprietà, comprensiva di casa e giardino nel territorio di burgo s. Cristofano: la casa appartenente al Bonus ereditata dai nostri antenati tedeschi e guglielmini, al di sotto di essa, il terreno o meglio l’orto di Iohannis Roze e dei [suoi] consorti sulla via pubblica e sul percorso dei pellegrini, atto stipulato nell’insediamento di Siena presso la chiesa di San Donato. (…casa cum area sua, ubi extat, et curte vel orto… in burgo s. Cristofani fines: casa Boni et gg. nostri + Quilielmini, subtus terra et ortus Iohannus Roze et de consortibus suis [sulla] via publica et strate Romea…in burgo sene prope eclesiam sct donati. Firmato dalla madre di Petrus, Petrus figlio, Alberico Geize, Rainucini Raineri, erriculu Rusticelli (Schneider); ASF 00002230).
1089 Ricostruzione della chiesa di s. Giovanni Battista decollato al Sasso: “de Saxo monast. s. Iohannis decollati” a Vogognano (Repetti).
1090 Guido clerico fondatore di spedale di S. Christoforo. (Archivio, Università di Siena; D. o, 47 0,10.)
1091 Il monastero di sant’Eugenio dà terreni proprietà di s. Maria de Rosano al conte Guidone (Archivio, Università di Siena).
1091 Xenodochium s. Christophori, che era legato alla Domus Hospitalis s. Mariae di Siena, viene dato a un clerico Guidone.
1098 Urso o Ugo presiede un monastero originariamente parte del cenobio della Berardenga di S. Salvatoris, “ricevuto in seguito a una promessa fatta a p. Martino dei Camaldoli, ma al quale ha inflitto lesioni e danni”. I suoi discendenti si impegnano a riparare questo cenobio.
1098 Il Conte Guido cede i diritti della curte et villa vel casale que vocatur Moiona (la corte e la villa o, in realtà, la casa monastica chiamata Moiona) a Enrico, preposto della Canonica Aretina e ai suoi successori, il presbitero Petrus e Inrico, il diacono. (Pasqui # 286; RC #608).
1098 Henrico respinge l’accusa di uso ingiusto di villae, Casalis et curtis Mojona. (Admiratus 1099).
1098 Uguccione/ (Ugone), Marchese di Colle, crea l’aedes Ilicetanae (santuario dell’ordine agostiniano degli Ilicetanae) a Montanea/Montaneae.
1104 Volendo costruire un monastero sul luogo della “chiesa di Popano”, Bernardino cede tutti i suoi beni ai Camaldoli e affida la questione all’arbitrato del vescovo di Arezzo, dei Camaldoli e di Gregorio, vescovo di Chiusi, alla presenza di ufficiali di Celle Vernia (La Verna? ), Bennoli Rainerij Barunciy [del Marchesi di Colle, il Rainerij Rainucini del 1087?], il presbitero Petrus, figlio di Petrus Arderardi, il presbitero Ardingi de Traciana, Bennoli de Capresa e i monaci della chiesa di Popano, “dedicandola ai monaci che servono Dio secondo la regola di San Benedetto, per tutto il tempo sotto la protezione di tutti i monaci”. Benedetto, per tutto il tempo sotto la protezione e la sorveglianza dei suddetti eremiti di Camaldoli, costituendo e comprendendo tutti i beni del suddetto monastero che i monaci promettono di avere e tenere, a condizione che le sorelle rimangano nel cenobio e che essi (i conti di Galbino) non conservino alcun diritto di proprietà o di potere su di esso”. Inoltre, libera i servi maschi e le serve femmine dalla sua masnada di Anglare e li consegna a una parte dei suoi possedimenti il 7 aprile. (AC III 108-9; A183-184, come in ASF cxvii). [La versione di RC II #666 è completamente diversa, anche se include la volontà di costruire un monastero sul sito della chiesa di Popano].
1104 I terreni di Ponte alla Piera vengono concessi ai Camaldoli dal Marchese di Monte Borbone.
1104 Le chiese e le cappelle di Popano e i castelli degli uomini di Caprese e Lazaro (castra Capresini et Lazrinj) sono dichiarati parte del Sacro Monte degli Alvernij. (ASF Camaldoli, Don Edvardo Baroncini #18; 1060-1740).
1104 È presente Raignerii Bonizonis (Bennonis?) de Galbina. (RC II 667)
1105 Rainerio di Rainerio marchese, conte di Montedoglio, e Trata, sua moglie, promettono di difendere la donazione di s. Bartolomei fatta nel 1104 al Priore Martino dei Camaldoli. (Taglieschi: 55).
1105 L’esenzione dalla consegna ai Camaldoli è concessa ai beni di Uguccione dal marchese Rainerio e da Trota sua moglie (RC #II 670).
1105 Imeldina, contessa di Anghiari, che ha preso gli ordini sacri, riceve solo ¼ della curte de Monte Viride, ½ della curte di Villa di Tizono, Casale e Casanova in Anghiari, più altri, dopo una disputa decisa dal conte di Montedoglio e dai rappresentanti di Pistrino, Montefeltro e Urbino. (RC II 671; 672; 673; Camaldoli #8 cxvii; Taglieschi).
1105 Ranieri iudicis Vallis de Ponte (Ponte alla Piera). (RC II #669).
1106 Gregorio, vescovo di Arezzo, concede al sig. Martino, priore dei Camaldoli, “i possedimenti di Bernardino, figlio di Sydonia e ciò che egli detiene che appartengono alla chiesa di San Donato… plebs S. Marie di Miccian e ciò che egli deteneva nel castello e nelle curte di Montis Aureo, Viaio e il Comitatu Aretio“.
1107 Guido Guerra e Imilla a Modigliana (Forlì) restituiscono i diritti sulla curtem unam q. nominatur Moiona: “una corte che si chiama Moiona, con chiesa al castello, costruita o in via di costruzione, a Henrico, Preposto della Canonica di San Donato nel luogo detto Arezzo (in l.q.d. Aritium)”. (Pasqui #298; RC #689) (Guido /Guidone dei Conti Guidi diventa priore dei Camaldoli nel 1109-1114, e vescovo nel 1114).
1109 Ugo Ugonis, conte religioso di Castello Rumena dei Conti Guidi, dona ai Camaldoli la “Chiesa di s. Maria Vergine del castello di Moncione sita in un terreno della pieve di s. Maria di Micciano” (s. m. Virginis Castelli Moncionis in Terr. Plebes S. Mariae Micciani) a Villa Corzani ad Anghiari. (Fortunio: 141).
1110 Domino Henrico e canonici de Catenaia (Vedovato: 147).
1111 L’imperatore sassone Enrico/Arrigo V prende sotto la sua tutela il monastero di Camaldoli e l’”eremo de S. Salvatore e S. Donato”, comprendente “tutte le chiese, i monasteri, ecc. precedentemente posseduti da Bernardino, figlio di Sidonia” e l’abbazia di San Bartolomei.
1111 L’imperatore Arrigo V conferma “i privilegi della Canonica Aretina in Modiona et Calbenzano… in Canonica Aretina… et quicquid habent in Anglare” e “i monasteri sotto Bernardino di Sidonie” per amore del beato Donato, martire e pontefice”. (Pasqui #301).
1115 Matilde di Canossa, proprietaria della Valtiberina, muore e lascia tutto alla Chiesa. La terra di Pieve s. Stefano viene divisa tra Galbino e Montedoglio e gli eredi di Matilde di Canossa passano le pievi ai Conti Guidi. (“Suo nipote Ranieri, insieme a Caterina della Trotta, esercitò il potere su Città di Castello e Arezzo forse come unico contado”.) (Barbolani di Montauto, 1986).
1115 Nasce Sofia, figlia di Guido Guerra, figlio adottivo di Matilda di Canossa.
1116 Il presbitero Guido di Arezzo cede ai Camaldoli i suoi diritti su una parte della chiesa di San Martino e sui suoi beni in villa de Monte: “in villa de Monte la parte de la clesie Sancti Martini et de toto tenimento que presbyter Guido retinet cum suis consortibus in tota villa de Monte” (Vedovato; ibid.).
1116 ...domni Henrici can. de Catenaia (RC II 792).
1116 Guido Boccatorta, “monaco e vescovo” di Arezzo, conferisce “le ricchezze che Bernardino, figlio di Sidonia, e/o suo padre, detenevano all’interno della chiesa di San Donato nel Comitatu Aretinu et Castellano … tra cui Micciano, e il castello e la curte di Monte Aureo…. curte di Partina … il castello, e quello che appartiene a Ciano/Cecino de Monte, ‘la metà di tre mansi e un manso in Monte, e le decime degli insediamenti esistenti (ville) ai Camaldoli. (ASF Camaldoli ccxxxvi, ASF #39;. d. 1116; Pasqui; Vedovato: ‘Cicini di Monte’ :149-152).
1116 I Conti di Peponis cedono il Monastero di San Petro in Campo, possedimento di Petri Clusini (Pietro di Clusium/Chiusi) et Guidonis Clusine (Guidone di Clusine) nelle mani di “Dogne” (i Conti Durna?), per includere Colle Ferrivalle fino al Castellum Lazari [‘lo stesso castello appartenente ai Lazzari di cui si parla nel 1104?], usque ad alium fosatum quod vocatur vulgo de Colle Serpentaia’ e a fosato fino a un altro fosso che è chiamato in volgare, Colle di Serpentina). (Archivio di Sant’Agostino, Archivio di Siena).
1117 Rainiero di Bernardino di Dorne (dei conti di Dorna) fa una generosa donazione della “corte de Fatalta” o “Castiglione Fatt’al Becco” al priore di Anghiari, apparentemente parte di una donazione fatta da Rolandino di Ildebrando, conte di Monte Doglio, di proprietà appartenenti al monastero di s. Salvatore de Selvamonda et s. Cassiano in Vocognano. (Taglieschi: Ibid. 56).
1124 Parte della chiesa di San Martino in villa de Monte viene ceduta da Guido ai Camaldoli, e i diritti passano a Ciano/Cicino de Monte che possedeva terreni in questa zona. (Pasqui).
1125 (pubblicato 1134) L’abbazia di Dicciano viene indicata come “abbaciam de Zano” (RC II #945).
1125 L’eredità di Quintavallis, parente di Bernardino, passa a Bernardino, Quintavalle di Ugonis e Astuldo di Guidolotto, comprese le terre date in precedenza all’Abbatia de S. Flora, e in seguito stringono un patto con il Comune di Anglare e Montorio per Valiale e Pianettole]. (ASF)
1129-1134 Buiano è nominato “prepositus canonice sancti Donati” e vescovo di Arezzo.
1129-1134 La contessa Imilia/Imillia/Imilla, moglie di Guido Guerra, e la figlia Sofia, dei Conti Guidi, cedono al Monasterum de Rosano [presso Rignano sull’Arno] terre che possedevano liberamente (in allodio) “in loco qui dicitur (un luogo chiamato) Anghiari e ad Bagnuolo”, precedentemente sotto l’autorità dell’ospizio di sant’Eugenio a Siena, in occasione della consacrazione della chiesa di Rosano da parte dei vescovi di Pistoia, Fiesole e Arezzo, a quanto pare dopo un incendio nel monastero. (Rauty, 2006: 244-267).
1130 I possedimenti di Raynucini, Rolandino, Ugonicellis e Ospinellus, figlio di Bennonis, vengono venduti a Don Alberico di s. Bartolomeo a Monte Aureo. (ASF Camaldoli # 8: cxvii).
1130 I figli e la moglie di Raniero de Baruncio dell’antica stirpe di Bennone [dal 1104] … del Marchese Ranieri del Colle, vendono tutti i loro possedimenti, trasportabili e non, situati a Monte Aureo nella parte sottostante e vicina al Fiume Sovara e Tevere… il castello di Anghiari e le sue corti di Viaio, Santa Croce e Valiale” (RC II #914).
1130 Henrico vende “curtem Mogione” (Fortunio); “curtem nostrum nomine Mocionem” (AC III #222).
1130 Henrico, prevosto della Canonica Aretina e governatore (gubernatore) delle “curtes Modionem” vende ad Azzone, priore di Camaldoli, la curtis e tutto ciò che si trova nel castaldum de Modiona, (insieme a Sparena e Corsignano) nel comitatu Aretino. (RC II #912 e Pasqui #327).
1130 Il vescovo di Arezzo Buiano approva la vendita di Modiona ai Camaldoli… in cambio Arezzo riceverà la plebe di S. Stefano in Chiassa e Piscinale in Arezzo. (Pasqui #327; 328).
1132 Buiano cede un “manso qui dicitur de Cecini” e “item integras letanias de plebe de Miciano, vicino al castello che si chiama Angulare”. (Pasqui #332 e Vedovato).
1133 Castrum de Saxeto presso Bivignano. (Pasqui I 336).
1133 Dono del monastero di Dicianensis da parte di vari nobili, e da Quintavallis, al monastero di Camaldoli. (RC II #934)
1135 Territorio donato da Manfredo f. qd. Gerardi di Bivilano e Aldegarda è “per includere tutte le località e i luoghi in cui anticamente si conoscevano diversi e piccolissimi boschi alla chiesa di San Cristoforo”: aliis avocabolis et locis preter paulolum silve, q. concedunt ad eccl. S. Cristofori. (Firmato a Bivignano presso Micciano). (RC II #944).
1136 Papa Innocenzo II descrive la “villam de Modiona venduta da Henrico, prevosto“. (AC III; Camaldoli #8 ccxxxviii: 360-363); (Vedovato: 193).
1136 Papa Innocenzo II conferma la protezione papale per s. Bartolomei di Anglari, castrum Montorii, villam de Moncione (Montjonem?) venduta da s. Flora, e “villam de Modiona/Moiona che è stata venduta da Henrico”, ecc. Ugo è nominato come ‘primicerio che investì capitali ‘in curtem villa Moncionis.’ (RCI #945; Vedovato: ibid. 191-193).
1137 Il vescovo Maurus di Arezzo conferisce ai Camaldoli l’uso e i beni di villa di Mojona, Casaleclo (sulla riva destra dell’Arno) e villa di Montione ….. (Moiona è citata in RC nel 1137, 1144, 1146, 1148, 1154 e 1155).
1137 Maurus, vescovo di Arezzo, conferma le proprietà date da Bernardino di Sidonia nel castello e nella corte di Montis Aurei, a Viario, e quelle chiese che appartengono a Cecino de Monte… l’”uso e possesso” di Mogione, Casaleclo, e villa de Montione, secondo la legge di San Donato, è dato al “sacrosanto eremo” dei Camaldoli, e i diritti sulle cappelle nel castello di Angularis, Montaureo, Viario, Moiona et Montione secondo la regola del “sinodo et parate et capituli”, sono concessi all’eremo. (Pasqui #343).
1141 Lavoratori sono assegnati a Mogiona: “Leolo Cetrighife et Guido Turladore vocatus Leolo Macone et Petrus Grieco et Brunitto del cavaliere et Johannis Parliere et quam Ursolo Bambalo [Borbono/Barbolo?] detinuit”. (AC II)
1141 “La Pieve di S. Maria della Sovara e S. Giovanni di Val de Soara”: chiese di Gille (Scille), S. Rosillo [vicino a Manzi], s. Pietro di Lumagnano (?), s. Biagio dei Volteraja [ad Anghiari], S. Andrea di Galbino, S. Pietro di Monte e S. Ilario di Schietta [vicino a Pianettole] sotto Città di Castello.
1143 Quintavallis riceve, in eredità, parte di Veranzano, porzioni di Toppole, Planetole, e metà di Valiale, in parte già ceduti dall’Abbazia di S. Flora ai Camaldoli. (Fortunio, ibidem: 156; ASF Camaldoli #8 cx. (03)
1144 Il vescovo di Arezzo Girolamo conferma la donazione della plebem sancta Marie di Micciano e delle cappelle di Micciano, Anglari, Monte Aureo e Montione di san Donato ai Camaldoli, come avevano fatto i suoi predecessori, e concede ai Camaldoli l’usufrutto di Moiona, Casaleclo e villa de Montione sotto il dominio di san Donato. (Pasqui #347; AC IV #1005; ASF Camaldoli #8 ccxxxvii)
1144 Quintavallis, figlio di Ugo Ugonis (anche Urso, secondo l’archivista medievale Baroncino), detentore del patrimonio di s. Maria Moncionis, erede dei castelli di Valiale, Pianettole e Montejonem/ Montione/ Monteionem (annotati nel 1173, 1174, 1176, 1182, 1183 e 1184).
1145 Il castrum di Mojonae è uno dei “presbiteri della sua chiesa dove sono alcuni conversi camaldolesi” (AC I 339a; A 369).
1146 Imilla e Guido Guerra, genitori della Badessa Sofia del monastero di S. Spirito ad Arezzo, rinunciano “a tutti i diritti e all’usufrutto sulla villa de Moiona” ad Azzone dei Camaldoli. (RC II #1034).
1147 Eugenio III conferma che la “villam de Monthione quam emistis ab abate Sancte Flore e la chiesa di quella villa”, e la “villam de Modiona che fu venduta da Henrico”… sono protette dal Papa (nella lista dopo Anglare, Miciano, Montoriii) (Vedovato: 2004), e il “monastero di Diciano” (1148) (RC II #1037).
1147 “Eccl San Donato hebat in mogion, i casalechio + villa de Montionis“.
1148 Rinnovo dei voti di non ingerenza nei beni del monastero di Diciano. (RC II #1051).
1148 “Papa Eugenio III conferma la protezione apostolica della cappella nella villa detta Montionis, della cappella di Moiona… che prima apparteneva a Bernardino” e di quella che è sotto la regola di San Donato “a Moiona, a Casalechlo e nella villa de Montionis“. (Vedovato, 2004). (Moiona di San Donato 1137, 1144, 1146, 1148-1154; 1173-1185). (+ RC II 1054).
1151 San Guglielmo passa da Lecceto e dalla sua “silva” (Calendarium 1549).
1154 Muore San Guglielmo dopo aver fondato l’ordine dei Guglielmiti a Castiglione del Pescaia. (L’autorità per i Guglielmiti viene trasferita a Sant’Antimo nel XIII secolo).
1154 Papa Anastasio IV conferma le possessioni di san Donato: “Anglare, Montis Aurei, in Viario, ecclesiam Sancte Marie in villa de Montione, eccl. de Moiona, villa de Montione, & nelle ‘villa de Mogiona et villa de Montione” (Vedovato, 2004); RC II #1106; ASF #14 ccxi).
1154 Guidone, yconomum dei ss. Flora e Lucilla, è condannato al silenzio perpetuo a causa della controversia e della disputa con i Camaldoli su Montione, (probabilmente quella vicino a Clanecellam e Salcetum, a ovest di Arezzo) ma un documento è firmato da Hermannus de Catena preses Tuscie, vice signore dell’imperatore. [Catena: uno dei Capitani (signori), o qualcuno che viveva nella zona della Catenaia in Toscana]. (Vedovato, 2004: 209-211; Pasqui #488).
1154 L’imperatore Federico I conferma i privilegi dei Camaldoli sui beni posseduti da Bernardino e Quintavalle nel monastero di s. Bartolomei, Montorio, Caprese… appartenenti all’heremum di s. Salvatore et san Donato “Villam etiam di Moiona”, e che costruiscano un acquedotto e migliorino i mulini che hanno nella villa de Viaio et s. Crucis e nella villa de Montione” (Vedovato, 2004).
1154 Federico Ist cita privilegi per Micciano, Anglare, Montis Aurei, Viario, ecclesiam de villa Moiona et eccl. de Sta Maria in villa di Monthione’ + villam di Moiona, villam de Montione‘. (Pasqui #360); (RC II#1112).
1155 Papa Adriano IV dichiara i possedimenti di Camaldoli sotto la Sede Apostolica e consegna “villa de Moiona … venduta da Henrico”, il monastero di Vivo {Siena] e villam de Montione … in Tuscia …, all’episcopatu Clusino” (Vedovato, 2004).
1155-1198 “villam de mogiona et villam de montione” rimangono sotto il vescovo di Chiusi.
1159 “Giovanni Buono fonda un oratorio a Santa Maria in un luogo vicino a Cesena chiamato ‘all’Eremo’: Hac etiam tempestate Divus Ioannes bonus Mantuanus nostris ordinis in Italia redeptor ac pater apud quoddam oratorio, titulo Sanctae Mariae prope Caesenam in loco qui dicitur ad Eremum.
1161 Federico Barbarossa consegna all’autorità di Castiglione del Lago tutti i possedimenti del marchese Ugo che ha costruito l’abbatia di Campoleonis e il mansum di Sexta, concedendo al contempo il permesso di risiedere agli armarios (o arimanni) e agli allodarios (‘coloro che hanno il diritto di possedere terre’).
1162 Uguccione dei Bourbon del Monte Santa Maria viene nominato dall’Imperatore Marchese di Colle e possiede Verne, Montecastelli, Montonis, Montis Herculi… Valianae, e Montaneae appartenenti a Ranieri. (Pasqui #290). [I Borboni facevano parte della Trilumbria con giurisdizione su Monthanee/Montaneae/Montaninae, Catenaia e Vocognano inclusi).
1163 Federico Barbarossa conferma i possedimenti degli Aretini Canonica sotto protezione imperiale a Modiona… … e quanto hanno in Anglare. (Pasqui# 367).
1163 Anghiari riceve la libertà confermata dall’Imperatore ad Arezzo e nel preambolo della dichiarazione di libertà per Anghiari, il Marchese Guidone il Giovane, il Marchese Ranieri e la moglie Trotta, il figlio Rainerio, Guido, il Marchese di Colle e la moglie Geiza/Guitta confermano di aver messo nelle mani dei Camaldoli tutti i beni di Bernardino e della moglie Imeldina.
1163 Rainaldo/ Raginaldo, Ranieri, emissario dell’Imperatore, conferisce la libertà al castello e al popolo di Anghiari e dichiara il luogo fortificato di quelli di Montorio sotto la protezione dell’Imperatore e i diritti concessi al monastero di Camaldoli: e fatti salvi i diritti del monastero Camaldoli” devono includere il “castrum et populum Anglarensem…cum nominatim castrum Montorium”. (ASF)
1163-1193, l’Hospitalis Pontis de Valle in plebei s. Cassiani sotto il vescovo di Arezzo viene trasferito alla giurisdizione di Papa Celestino III e si apre una disputa per la licenza della chiesa con Rainerio, vescovo di Fiesole, che “mostra disprezzo” per il vescovo di Arezzo fino a quando la licenza viene accordata dal Papa nel 1193. Ai residenti viene concesso di costruire una chiesa sul loro fundo sotto la speciale protezione delle ecclesiae Romanae.
1163 Turris di Classe +Saxetum sotto Arezzo.
1163 San Guglielmo d’Aquitania assegna i beni di Sant’Antimo ai conti senesi.
1164-1180 Federico Barbarossa sostiene gli antipapi Pasquale III (1164-1168), Callisto III (1168-1178) e Innocenzo III (1179-1180) contro i papi ufficiali.
1165 L’imperatore Federico Barbarossa esige che i possedimenti usurpati da Ugo di Ugitto siano restituiti al Sacro Romano Impero di cui facevano originariamente parte e ordina ai Camaldoli di restituire al prevosto di Arezzo “la metà di Moiona di proprietà del feudatario e le camere imperiali, mentre l’altra metà sia restituita al suddetto prevosto e alla chiesa”, (dimidium camere imperiali, dimidium vero predicto preposito atque ecclesia). [forse Ugitto Ranierii Baruncii citato nel 1130 (?) e quindi discendente del Marchese di Colle e del Ugitto f. qd. Ranucini, citato nel 1134)].
1165 Il legato imperiale Cristiano cerca di restituire alla Chiesa aretina la “Moiona”, usurpata da Ugonis de Ugitto, e la torre di Subbiano dai Camaldoli. (Pasqui #373 e Vedovato, 2004; Arch. Capitolare di Arezzo, #430).
1168 Ranieri (Marchese di Colle) e sua moglie, van Trotta, possiedono terreni tra cui ‘Celle (Scille?), S. Antimo e Capresa (Caprese). (RC #669).
1168 Nascita di Giovanni Buono (Torelli, 1682).
1170 Rivolta popolare contro la distruzione dei castelli della Canonica e dell’Abbazia di santa Flora, compreso il Sasseto, da parte di Galbino o Albano che invade la terra di s. Flora. (Pasqui)
1170 È presente Matteo di Raynuccio che ha acquistato la terra dal Marchese de Colle nel 1238.
1170 Viene citato Orericius, figlio di Ranucci Bonci de Galbina (RC II #1169).
1171 Il castello di Saxeto viene restituito dal conte Celialo al preposito della Canonica di Arezzo.
1172 Adanulphus praepositum eccl. St. Donati Aretii etc. hujus modi commutationis libellus scriptus fuit… dedit castrum de Modiona cum sua curte prior autem. (Adanulfo della Canonica modifica (revoca?) l’usufrutto precedentemente concesso per il castello di Modiona).
1172 Papa Alessandro III conferma che mon. de vivo, villam di mogioa et villam de montione sono sotto il vescovato di Chiusi (in epatu Clusius).
1172 La giurisdizione di Moiona sotto i Camaldoli viene ufficialmente trasferita al monastero di S. Maria di Urano a Bertinoro della diocesi di Forlimpopoli sotto il vescovo di Ravenna (fino al 1198).
1173 eccliam sct ariare de poplea’ (la chiesa di S. Ariaria de Poplea’ o S. Ilario di Popani, cioè a Spilino) è elencata a Ponte alla Piera (ASF).
1173 Adanulfo, preposito dei monaci di San Donato, e l’arcidiacono Rusticum/Rustico [nominato nel 1169 come abitante nei pressi di Micciano in RC II] … cedono ‘il castrum de Mogiona‘, la sua chiesa di San Salvator con la sua corte, insieme alla metà del castello di Toppole e la sua corte, oltre a terreni di proprietà dell’abbazia di s. Flora in Veracano (Veranzano) al presbitero Iohannis e ai monaci di Camaldoli, firmata da un gruppo guidato da Rainaldo/Raginerio di Subbiano. (AC IV# 44c; RC II# 1183; Pasqui I#379). [A Bernardino erano date terre a La Selva Perugina, Verranzano e Bibiano dai Marchesi di Colle].
1174 Quintavallis e Astuldo possedevano Planetulo, Valiale, Cast. di Mogiona et curte sua, et Toppole. (ASF; Archivio Baroncini).
1174 Il marchese Rainerio, con uomini di Anghiari e anche di Monte Aureo, tenta di usare la violenza o di estorcere tributi, provocando una rappresaglia degli aretini e la distruzione di Monte Aureo: ne Rainerius marchio deinceps homines de Anglari vel de Monte Aureo in suum usum violenter audeat revocare vel aliqum exactionem aut tribunum attemptet ab eiusdem extorquere…ad publicam tributum persolvendum cogere presumat. (RC II #1190)
1174 Cristiano di Magonza, legato imperiale, ordina ai consoli di Arezzo, Città di Castello e Burgo San Sepolcro di proteggere Monteionem, patrimonio di Quintavalle e Bernardino, che era stato violentemente occupato da emissari di sua maestà imperiale, per i Camaldoli. (Vedovato. Ibid.: 253/4; Pasqui #380; AC IV a 46).
1174 I conti Bourbon di Monte S. Maria ricevono autorità civile e giurisdizione su Anghiari.
1174 Il Beato Giovanni Buono di Mantova nella cella di Sasseto convince i monaci a cambiare il loro abito da quello dei Camaldoli a quello di s. Antonio (Taglieschi). [Eremiti Ordinis s. Augustini in Tuscia o Joannis Boni o Brictonorum: L’ordine ermetico degli Agostiniani in Tuscia o Giovanni Buono dell’ordine dei Brictinesi/ Brittinesi].
1175 Papa Alessandro III conferma che la villam de Mogiona rimane “in Tuscia in spatu Clusine“.
1175 Ranieri controlla l’area che si estende “dal castello chiamato Citerna, originariamente Mons Albanus, fino al Montem Acutum di Ranieri e dal Tevere alle Alpi di Poti”.
1176 Adalulfo prevosto di Arezzo confuta i diritti dei Camaldoli sui castelli in perpetuo, compresa Moggiona, e ritira i diritti dei monaci camaldolesi su Moiona in un documento firmato nella chiesa di San Donato. (AC IV 57c).
1176 Il prevosto di Arezzo Adanulfo stringe un patto con il priore di Camaldoli e cambia l’usufrutto di Modiona per risolvere la disputa sui possedimenti che appartenevano a Quintavallis, (cioè le tenute di Toppole e Pianettole e il cambio di status di Modiona/Mocciona) (Pasqui #382/3), più Valiale, e cede tutti i diritti su di essi ai Camaldoli. (Pasqui #384; ASF Camaldoli #8 cx.)
1176 L’arcidiacono Rustico accetta di consegnare Toppole, Pianettole e il “castello de Mogiona” e la sua corte alla giurisdizione dell’abate di S. Maria di Urano a Bertinoro presso Forlimpopoli. (RC II #1195).
1176 Papa Alessandro III ribadisce le bolle emesse dai papi precedenti che accordano la protezione papale alla “villam preterea de Moiona e alla villam de Montione in Tuscia in episcopatu Clusino“, insieme all’heremus Vivi in Monte Amiato, e afferma che devono rimanere sotto il monastero di Urano. (Vedovato. ibidem: 224).
1181 Il priore di Camaldoli, i fratelli e gli uomini di Anglari e Montis Aurei, acconsentono alla “ricostruzione delle chiese e dei castelli” (reaedificatum ecclesiarum et castrorum) dopo il loro saccheggio. (RC II #1217); [N.B. il comitibus de Mote Dolio è citato in ASF Camaldoli #8 cxvii (11) anche “in plano montorio” (12)].
1181 Usimbardi arimanno ottiene i diritti, insieme a Rusticello/Rustichello.
1182 Papa Lucio III conferma l’immunità fiscale dei possedimenti della Canonica Aretina donati da Willielminus de Subiano, tra cui “pievi, monasteri, canonici e cappelle della diocesi di Arezzo che [i conti senesi di] Scianinga, Berardinga/Berardengha e Berardisca tenevano in loro possesso dal tempo di Jocondo/Jucundus compresa la torre di Subiano, Nussa…”. Castrum preterea quod Saxetum vulgariter nominator…cum eius curte, “il castello inoltre, (o pretorio?) che in gergo locale si chiama Saxeto e la sua corte di cui razionalmente e senza controversia siete in possesso’…, il castello, inoltre, che si chiama Toppole, con la chiesa e la villa di Verranzano, e tutti i loro possedimenti quali vi provengono dalla permuta e dall’accordo fatto per Modiona dai Camaldoli e contenuti in contratti legittimi”. (Pasqui #395).
1182 L’immunità fiscale di Monteionem viene confermata da Papa Lucio III, e si raggiunge un accordo tra gli Aretini, il popolo di Anghiari, il Priore di Camaldoli e l’Abate di Pratalia, per la stabilità di tutti. (Pasqui #396).
1183 Federico Barbarossa si accorda con il prevosto della Canonica Aretina per cedere allo stesso priore e ai fratelli di Camaldoli il “castrum de Mogiona e le sue curte, la metà del castello di Toppole e le terre del catasto che appartengono all’Abbazia di S. Flora a Veranzano”.
1183 Lutero, f. qd. Giuscardi, cede al Presbitero Berardo e al Vice-Priore di Camaldoli, Giunta, un terreno e una vigna in montagna, in pianura ecc. in curte Moione (in Casentino). (RC III #1223).
1184 Il Preposito di san Donato d’Arezzo trasferisce al lontano monastero di s. Maria di Urano a Bertinoro (vicino a Forlì) la giurisdizione su Planetulo, Valliala e Toppole, più il “castrum de Mogiona [Monteionem] cum curte sua”, tutti possedimenti di Quintavalle e Astuldo, eredi di Bernardino di Sydonia.
1184 Moiona e “Montione acquisita da s. Flora” in Thuscia nell’episcopato Clusino. (AC IV a212-3).
1184 Papa Lucio III conferma a Placido, priore dei Camaldoli, l’inclusione dell’ulteriore villa di Moiona: “villam preterea de Mojona venduta da Henrico” nei possedimenti dei Camaldoli (AC IV 118).
1185 Papa Urbano III definisce i monasteri “obbedienti alla Regola di San Benedetto”: in comitatu aretini: monte Gate e massa Verona; in epatu clusine: heremi viri i mote amiato, villa de mogion et pert. suis, villam de montioe et pert. suis sub mon. de urani” (ASF Camaldoli #18, cciii b).
1185 Ranieri di Galbina cede ai Camaldoli il “podium vel castrum Castellionis” (poggio, o meglio. castello di Castiglione, la sua corte e i suoi uomini) e in cambio riceve il titolo di Visconte e stabilisce il dominio su Anghiari. (Archivio Barbolana); AC IV 114; RCII # 1234).
1186 L’imperatore Enrico VI conferma che Mojona e Montione in Thuscia, sotto il vescovo di Clusine, sono tra quelle date in precedenza ai Camaldoli da Bernardino e Quintavalle. (AC IV 119a).
1187 A Thuscia, la villam preterea de Mojona ceduta da Enrico è posta sotto il vescovo di Clusine/Chiusi. (AC IV 160)
1187 Papa Clemente III cita Moiona ”ceduta da Henrico” sotto Chiusi: quotquot in sacre Eremi ditionem constituendi, atq. Revocandi ius liberum.
1187 L’imperatore Enrico VI conferma la proprietà di vari possedimenti imperiali tra cui Cast. Montorio (Fortunio) [Montedoglio?] …Laurentiano… e tutti i possedimenti del Cenobio di Classis dei possedimenti imperiali, compresi i foraggi, gli ostelli e i braccianti, da concedere al Sacro Eremo e i diritti dei gastaldi e dei visconti nelle “Ville” e nei “castelli fortificati” saranno concessi al Sacro Eremo, che in futuro sarà rinunciato e liberamente costituito e revocato, sia come libero diritto di dominio che come tributo.
L’immunità dalle tasse viene concessa ai diciassette uomini di Moiona (homines de Moiona) che lavorano come angariare (trasportatori) e albergariis: (albergatori che lavorano in cambio di vitto e alloggio), caricatori e albergari in cambio del mantenimento dei servizi di trasporto/carico, con dieci o dodici uomini a cavallo per gestire i carichi più difficili… “per speciale riverenza verso gli eremiti di Camaldoli, e per la loro eterna redenzione” da parte dell’imperatore Enrico VI. (Fortunio); AC IV 123b. Mojona). (La versione RC riporta Soci e Moggiona: “Quei mulini che sono stati liberamente concessi [riceveranno] l’esenzione da ogni tassa, e gli uomini di Moiona saranno esentati dal pagamento della tassa sul foraggio reale. E se la linea di successione dovesse fallire, tutti i possedimenti torneranno rapidamente al Sacro Eremo… E questo è stato decretato ed è proibito a tutti di cambiare questo …. firmato a Fontis Bono”. (Fortunio: 167,168).
1187 ‘Interea cui Placidus Prior omnibus in Oppidis, ac Villis, Vicecomites aliosq. Praefectos instituisset; super administratione Anglarij quaedam pacta +conventiones cum Raynerio a Galbino iniuerat; quas Cesar nouissima gratificatione fulciuit d. 1187 virusq. potestatis eidem tribuni’. (Fortunio; ibidem: 167).
1187 Placido, priore dei Camaldoli, trasferisce i diritti sul castello di Anghiari ai signori di Galbino: Guglielmo, Matteo, e Alberto’ e ai loro legittimi eredi in aream et locum ad domum et turrim con la clausola che se moriranno senza lasciare figli, la licenza dovrà tornare ai Camaldoli (RC II# 1253). [Nel documento originale dell’ASF, Fabrica era incluso (aream ad Fabrica domus et turris: l’area del castello fino alla fonderia, alla chiesa battesimale e alla casa monastica di S. Bartolomei e alla torre “comprensiva della chiesa”, a Castiglione, agli inquilini feudali e agli “uomini del castello”. (ASF Camaldoli #8. cxviii).
1187 Galbino e figli accettano il contratto con i Camaldoli per l’amministrazione del castello di Anghiari. (RC II #1255)
1188-1195 castrum Modionae.
1191 Presente Ranieri di Monte-acuto. (ASF Camaldoli #8 cxviiii).
1191 “Saxetum cum Maiano” [scritto anche Mœona cioè Moiona/Maiona?] è citato sotto la chiesa di Arezzo e i Camaldoli dal 1191 al 1209. (AC II 22).
1194 Bennus/Bennis, figlio di Rodolfino, cede il suo patrimonio, la chiesa di S. Maria in Monte, all’abbatissa Imillia (figlia di un successivo Guido Guerra) del monastero di S. Ambrosio di Montis Cellensis (un monastero femminile senese che faceva parte di S. Antonio di Rosia).
1196 Guglielmo, Matteo e Alberto, figli di Ranieri di Galbino, ricevono dal signore Iacobo del monastero di S. Bartolomeo in Anglari “in perpetuo in feudo” una terra appartenente ai Cavalionibus de Anglari con bosco, situata accanto alla clausura del suddetto monastero, e a Ioannis di Donaio [Donato?] e a Candulfinu [Ca’ del Fino a Ponte alla Piera?], terre appartenenti a quel monastero e al castello di Anghiari: due aree (spatie), una posta accanto alla strada Andrea Cane e Guidolis e Albissima, che si trova vicino alla porta di san Martino, e un’altra accanto alla strada con 3 lati e a Usimbardo, come feudo. (RC II #1330; ASF Camaldoli #8 cxviii).
1196 Papa Celestino III si pronuncia sulla controversia relativa all’ospedale di Pontis ad Vallem, già sede dell’antica chiesa di S. Marie di podio acuto sotto la pieve di S. Cassiano e vescovo di Fiesole. (Pasqui).
1196 Le autorità di Castiglion Chiusino/ Chiugino [oggi Castiglione del Lago] (responsabili anche dei beni imperiali già del Marchese Ugo) concedono ai conti di Montauto il feudo imperiale di Fatt’albecco e il diritto di tenervi una fiera settimanale.
1197 I conti di Montedoglio iniziano a spostare il corso del Tevere verso Sansepolcro.
1197 Biccus promette a Priore Henricho di liberare Fatt-albecco durante l’importante festa di San Donato. (RC II#1346)
1198 Castiglione del Lago concorda un patto civile con Consoli di Arezzo e Potestà di Perugia riguardo alla zona contesa di Chiusino (cioè da Chiusi al Casentino).
1198 Papa Innocenzo III conferma la donazione dei diritti sul feudo della villa di Majioa “venduto da Henrico”, e Moncione… eccl de Monte Aureo, eccl. de Mojona, ed eccl s. Maria di Villa que dicitur Moncione “come hanno fatto prima Papa Pasquale (1099-1118) e Papa Anastasio IV (1153-4)”. (AC IV a212-213).
1198 Le chiese di S. Donato: Mote aureo, Viaio, ecc. S. Maia de Motionem (Montione), eccl. de Mogioa (Mogiona), eccl. de Castell. Lorentian… ecc. de Majona, ecclesia s. Maria di Villa qui dicitur Moncione vengono rimandati dal vescovo di Chiusi all’autorità del vescovo di Arezzo e dichiarati possedimenti di Camaldoli.
1198 Il monastero di Deciano/ Deccianus: Decianensis monastero in territorio castellano riceve la protezione apostolica con il compito di “plebatu de Speline, ecclesiam di Vulterena con la sua corte e tutti i suoi mulini, la chiesa di Montis Acuti, monist. s. Sylvestri di Micciano, [Muzi: ‘chiesa di San Silvestro di Anghiari’] Casa-novule, hospitale di Caboe… ‘domnicalibus plebatu di Micciano, ‘eccl. di Papiano, eccl. di Tramoscana + castello, eccl. di Pianora de Bartolomei di Popani’… ecclesiam de Biturita et cum aliis q. ibi habent alpes de Popani, (la chiesa di Biturita con tutti i suoi possedimenti lì e tutto ciò che possiedono nelle alpi di Popani) più “il plebatu de Soara, il plebatu de Speline (Spilino), e quello che hanno nel plebatu di Micciano sotto papa Pietro di Città di Castello“. (Muzi, 1843; RC II #1352). [Alcuni studiosi ritengono che Biturgia sia l’antico nome dell’insediamento di Sansepolcro, anche se una tarda ricostruzione di una mappa ‘romana’ colloca questa città sulla riva destra dell’Arno.]
1199 I figli di Galbina sono accusati di aver occupato illegalmente Castiglione di Fatalbecco /Fatalboccio/ Fatalbecci‘ vengono scomunicati dapprima dal vescovo di Fiesole e poi dall’abate vallombrosano di s. Trinitatis a Firenze perché “se ne impadronirono dagli eremiti e dai monaci di Camaldoli che non erano stati informati dei loro diritti sul castello chiamato Castillione (heremitas et monachos Cam. ex una parte et inter filios Rain. de Galbina, Alberto, Matheo et Guglielmo, super castello nomine Castillione)“. (RC II# 1361/1362, registrato nel 1203).
XIII-XV sec. “Lo spedale di San Cristoforo in Val di Soara… è conosciuto con il nome di “spedale di Ponte de Tolena”, per distinguerlo da quello di Baldignano”. (Muzi, ibid.v. II: 269).
1201 Viene fondato il Convento agostiniano di Senarum in Tuscia.
1203 Rusticus Moçoni (Mocionis) (RC III 1411).
1203 Scomunica dei conti di Galbino da parte dei vescovi di Fiesole, Arezzo e Città di Castello.
RC III 1408).
1203 L’abbazia di Campriano, appartenente ai conti di Galbino e all’ordine agostiniano degli Eremiti Neri, (precedentemente sotto San Savino), viene posta sotto i Camaldoli.
1206 I conti di Galbino restituiscono agli eremiti la metà del castello Castillione e la domus che avevano costruito, e promettono di non affittare (alienare) né la chiesa né l’ospedale (eccl. vel ospedale) se non con il permesso del Priore Guido… né di affittare “il castello del Castillione” (castellum Castillionis) che è stato diviso o quello che è giusto ed equo al Priore Guidone”, né di affittarle. Firmato a Fatt’al Becco con i conti di Galbino (RC III #1435 /1436. e in Arch. Barb.).
1206 Un certo Bonus è presente al castillione di Galbino.
1207 Iohannes Bonus heremo è registrato dai Camaldoli ad Anghiari. (RC III#1451).
1207 Il vescovo Innocenzo, il vescovo di Fiesole e il priore di Città di Castello (Innocenzo episcopo, episcopo fesulano et priore castellano) minacciano la scomunica a Moiona, Agna e Lorenzano dopo la controversia sulla presenza di conversi. Firmato a Corneto. (RC III #1453; Muzi.)
1209 Saxetum cum Maiano citato sotto Arezzo. (Pasqui I: 45).
1209 La chiesa di Monte-aureo è “in un certo senso situata a Castillione, il castrum de Castillione che un tempo era a Monte Aureo con tutte le sue pertinenze, lo stesso Montem Aureum e i suoi possedimenti”. (AC IV A 284c).
1211 Montevicchi (Montis Veteris) registrato come ‘Eremo di s. Angelo a Montevicchi’ fu parte della Contea di Montedoglio dal 967. (Nel 1385 incorporato nella Repubblica Fiorentina dove rimane fino al 1644).
1211 Ratificato l’ordine di San Guglielmo di Malavalle.
1213 s. Maria della Vangatizza integrata nell’ordine di Camaldoli da Onorio III.
1215 Una delle prime universitas viene fondata “ad Arezzo” entro il 1215. (Haywood, Catchpole, Hall e Barratt, 1997.)
1215 Bonajunta/Bonajiunta canonico di Città di Castello.
1215 Il Conte Guido riceve [i diritti sui] beni assegnati al Signore Azonis di Arezzo per conto del Signore Bernardino Iohannis … e i beni di Bernardino (cioè di Sidonia), Imeldina sua moglie, e quelli di Turta (van Trotta), moglie di Rainerius marchese, nel 1105.
1216 Lotta tra i vescovi aretini e l’abate di l’Abbazia di Prataglia per la giurisdizione dei Camaldoli sui loro possedimenti.
1216-1230 Il priore Aiutus (scritto anche Adiutus/Ajiunto/Agiunto) Ajuto/Aiuto) è Vicario Generale di una Cella di Prete Rustico. [il romitorio vallombrosano sotto Lucca?].
1216 s. Mariae Magdalenae fluminis sauri Abbatiae Montis Christi sacerdotia: “il sacerdozio delle abbazie di Montecristo”. Insule Montis Christus Sacerdotia cum suis territoriis: Ordinatio monasterij Vangaticiae ad Insule Montis Christi per Honorium III Papam c 29. redeundo ad Vangaticiae Cenobii. ‘s. Maria Magdalenae del fiume Saura del sacerdozio dell’Abbazia di Monte Cristo: Isole di Montecristo con le loro terre: l’Ordine dei monasteri Vangaticiae sulle Isole di Montecristo e le sue celle monastiche torneranno alla giurisdizione delle Vangaticiae per intercessione di Papa Onorio III.” c29. (Fortunio).
1216-1230 L’eremitorum Collae è elencato sotto il priore Agiunto.
1218 Rustichellus de Moiona e Nobilis, sua moglie, vendono un terreno al converso Vanga, che agisce per conto della Camaldoli Ecclesia… “non lontano dal castro Moione presso la chiesa del Beato Christophori de Moiona” (RC III #1624).
1220 Nasce una disputa tra Siena e Arezzo.
1220 Esiste un Eremus de Fultignano.
1220 Papa Onorio III impone al vescovo di Siena la condanna al silenzio perpetuo.
1220 L’imperatore Federico II concede i privilegi del feudo di Fatt’albecco ad Alberto, Matteo e Tebaldo [dei conti Galbino] (Arch. Barb.).
1221 “Ecclesia Castellionis quae olim erat in Monte-aureo” (AC IV 276), ecclesiam de Monte-Aureo, ecclesiam s. Marie de villa que dicitur Montione, eccl. de Viario, ecclesiam de Mojona…” (citate dopo Anghiari). (AC IV a46).
1221 Quelli della pieve di Micciano e i conversi presenti a Mojona/Modiona sono scomunicati per aver rifiutato di obbedire alla legge della “synodo et parate”. (AC IV 276b; ‘RC III #1674).
1222 Magister Bonagiunta/Bonagiuncta viene eletto a capo del monastero della Vangadizza, legato all’ordine di Camaldoli.
1223 Le controversie tra il priore di Anghiari e i conti di Montedoglio in merito alle proprietà in diocesi di Città e Arezzo possedute dal conte di Montedoglio e cedute alla chiesa aretina sono giudicate dal prevosto Hugoni/Ugone, Pagano arcidiacono di Siena, il suddiacono senese Maestro Bono e i canonici senesi, sotto papa Onorio III. (Pasqui #502).
1223 s. Joannes Bonus de Fabale et de Bictrinis [Giovanni Buono]restaura un eremo di Sant’Agostino, originariamente appartenente a Raynaldo (Raginerius), e fonda l’ordine penitenziale noto come poenitentia Fratribus peccantibus ratificato in una Bolla da Greg. IX nel 1234. (Sbaraleae, 1679).
1223 Maestro Bonagiunta, già arciprete del Borgo di S. Sepolcro, diventa Preposito della Canonica di s. Florido a Città di Castello.
1226 Fondazione degli Ilicetani all’Eremo di Fultignano (Landucci, ibid. 1653).
1227 Papa Gregorio IX stabilisce che Mote Aureo, Viaio, S. Maie di Montione e hebat ecclesia S. Donati in villa de Mogiona et villa di Montione ordiata vel donate no fuit… restino sotto il vescovo di Arezzo. (Reiterazione del 1198).
1228 Papa Gregorio IX ratifica la creazione dell’Eremum Ilicetanam.
1228 10 luglio, l’hospitale sanctorum Jacobi et Christoforo Silicis de Aritio e l’Hospitale Sancta Marie Magdalene Aretine elencati dopo il sancta Candide de Florentia e prima dell’hospitale de Burgo sancti Sepulcri sono sotto la protezione della domus di Bologna e del Beato Pietro dei fratres Cruciferos: frati crociferi, ospedalieri agostiniani, un ordine fondato nel I sec, rifondato nel IV secolo da San Ciriaco patriarca di Gerusalemme, dotato di una costituzione nel 1169 da Papa Alessandro III e successivamente ratificato da Papa Urbano III (1185-1187) e da Papa Innocenzo III (1198-1216)”, e firmato da Papa Gregorio IX, Perugia. (Auvray, T. 1, n. 209:18).
1228 “Hopital de Valle Pontis” in Aretio. (Fabre-Duchesne: 1910; 63).
1229 L’imperatore Federico II concede il feudo di Fatt’albecco agli eremiti di Montaguto che “appartengono a s. Bartolomeo”.
1230 Castiglione Fatt’albecco viene ceduto ai monaci di Camaldoli da Rigone, vice-donatore della casa di Galbino di don Boncompagni.
1230 L’incorporazione iniziale degli ordini ermetici nel gruppo degli ordini agostiniani comprende: “huic Ordini brictones [i Brittini] fabarios, [l’ordine da Monte Favale a Pesaro], iambonitas [eremiti di Giovanni Buono], atque guglielmitas [anche Guglielmiti]”. (Balbino, 1983).
1230 Sylva Iuncta a Petriolo era un monastero guglielmita appartenente agli Ilicetanae sotto Perugia.
1230 Disputa tra i signori di ‘Castellionis Factalbecco‘ e gli eremiti (RC III #1903).
1232 Cenobio S. Maximiliano Motis Christi a Montis Herculis (a Monterchi). (ASF).
1233 Imeldina, figlia di Rusticello, viene confessata da Magister Vanga a Pratum de Lepore a Moiona (Moggiona). (RC III)
1233 Gli eremi di “Vallebona, Colledonico, Spelinca e Cascina” vengono chiamati universitate heremitarum: cioè “luoghi di apprendimento per gli eremiti e le loro consorti, oltre che di ospitalità”. Archivio di Lucca, (L64 22.3.1223).
1233 Il presbitero Melior dell‘eccl. di Castiglione (Fatalbecco) è accusato di aver bruciato della paglia, e i monaci sotto Benedicto e il vicario devono pagare 10 libbre d’oro (RC III #2006).
1233 Camaldoli: manso rectum per ursum Lanfredi (ASF Camaldoli #8 ccxxxi).
1234 I monasteri agostiniani appartenenti all’Abbazia vallombrosana di S. Trinitatis in Alpe sono posti sotto la giurisdizione del priore di Sancti Stephani ad Pontem Florentini.” (Auvray).
1234 Meliorius di Modiona dona libri religiosi per la sua anima: Meliorisius de Modiona reliquit per anima sua septe Ecclesiys libr. (n. 744).
1234 Il Beato Giovanni Buono, insieme a Giordano da Sassonia dei Fratri Predicatore e agli eremiti Brittenesi, cambia l’abito degli eremiti con “quello che già indossavano questi buoni monaci in “mon. di s. Maddalena della Valle di Pietra” all’Eremo di Sasseto. [Da una bolla di Papa Gregorio IX citata da Crescenzi, 1648: 360).
1234-1237 Magister Bonajunta/Bonajuncta/Bonaiuto diviene Prepositus e capo della Canonica di Città di Castello.
1234-1237 Il signore Giunta/Gionta ‘dei servoli de Saseto’ e il magistro Bonagiunta cedono a Guido, priore di Camaldoli, terre e vigne nella pieve di san Martino sulla strada nel luogo chiamato Bossetulo (piccolo luogo di bosso?) (terram et vineam pos. in plebatu s. Martini in strada in l.q.d. Bossetulo). (Regesta Chartarum Italia 14, 1928: 74).
1235 Detefeice è uno dei “Fabri de Castiglione”.
1235 Via di Orlandino di Campalla et Mellioratum (ASF Camaldoli #8 cxviiij; RC III #2065).
1238 Matteo de Raynuccio erede i possedimenti del Monte Aureo, “quelli che il Marchese di Colle aveva posseduto e venduto loro nel 1130”, e per cui diviene proprietario dei “Castari di Curtis Castillioni de Fatalbo” o Fatt’albecco.
1240 Il figlio di Alberto di Ranieri, Giulia di Montauto e Matteo di Matteo, padre di Rigone, conti di Montauto, acquistano per privilegio imperiale il feudo di Fatalbo e i castari di Teobaldo.
1240 Viene istituita un’università a Siena e, nello stesso periodo, una scuola cattedrale a Florentia.
1240 Una parte importante degli eremi di Ancona, Romagna e Amelia viene ceduta agli ordini agostiniani dei Giamboniti e dei Brittinici (cioè di Bertinoro). Sansepolcro era sotto la Romagna.
1241 La Verna rimane in possesso di Orlando di Cattani.
1243 Federico II conferma la cessione della metà del Castillione e del castello ai Camaldoli, con il consenso dei conti di Monte-Acuto e dei loro discendenti.
1244 Bernardo Areghiy di Pianettole e Donna Sophia vende a Mellioi (Melliorius) dei Camaldoli i mulini “che appartenevano a Monte di Maio lungo la Sovara, e un ponte vicino a un acquedotto”.
Prima del 1347 Innocenzo IV conferma il possesso da parte del priore della Casa di S. Maria Madalena della Valle della Pietra dell’Ordine di S. Benedetto sotto Bologna, poi dell’ordine dei Brittenesi della diocesi di Fano (Bictrinis Ord. S. Augustini Fanensis Diocesis) e dei Fratres Domus S. Mariae Magdalenae de Valle Pietrae. [Quando i monaci Fabali di Monte Fabale e i Bictrini (Brittini) si unirono per diventare un ordine indipendente di eremiti agostiniani, la giurisdizione passa dai Benedettini agli Agostiniani e da Bologna a Fano, e diviene la sede dell’ordine dei Brittenesi fino al 1247 (Torelli)].
1249 Orlandino Giupuluni Rolando Jamboni.
1251 Vallis Bonae di Asitio/Aritio/Lepore, (l’eremo di Camaldoli), è collegata alla Cenobia di sant’Agostino e Castelaccia di s. Agathae (ad Asciano) e agli Eremiti Neri.
1252 s. Blasii di Fabriano e papa Innocenzo IV concedono privilegi e protezione apostolica ai monasteri di Camaldoli: “di Monte Aureo, de Viario, de Mojona et de Castello Laurentiano ecclias, Montione… et castrum quod vocant Mojona” [identico alle liste successive di soppressione del 1258 e del 1459]. (AC App. 106; 468).
1253 Vengono unificati gli ordini agostiniani denominati ‘Longobardo’ e ‘Romandiola’ da Giovanni Boni/Buono.
1253 Imilia (dei Conti Guidi) vende alla moglie di Alberto di Montauto i diritti che appartenevano a Frater Matteo di Matteo di Montauto (che nel 1240 aveva ricevuto i diritti sul castello in rovina di Fatalbo).
1254 La regola di s. Donato prevale nella villa preterea di Mojona e a Montione.
1255 Vengono saccheggiati Casentino, Anghiari, Pianettole, Toppole, Corciano e la valle del Sovara.
1256 L’ordine dei Giamboniti si unisce a quello degli eremiti agostiniani.
1257 I canonici lasciano il picciolo Conventino a Sa∫∫eto (Sasseto) dei Marchesi di s. Maria del Monte per creare la chiesa di Sant’Agostino ad Arezzo. Alla cerimonia sono presenti il vescovo Guglielmo degli Ubertini. uomini di San Vito in Versuris/Versuria sulla via Cassia Adriana, (membro della Valle Bona), Tarlati di Pietramala e Bonagiunta, notaio” (secondo la lettera di Maestro Nelli a S. Angelo in Colle a Montalcino del 1676). (Torelli, 1682, v.5 d).
1258 Vengono assegnati ai Camaldoli i diritti sul castrum/ ‘villa de Mogion/ Moiona, ma non viene ceduto né donato dal vescovato di Arezzo: “q. ab aliquot Epo Aret ordiata vt donare no fuit villa de Mogion...”(Fortunio).
1280-1304 “Pontis de Valle“. (Decime RDI I 2338, RDI II 2296).
1262 Fondazione formale del convento di Sant’Agostino a S. Sepolcro (ASF).
1262 “La cappella di s. Crescentino è presso le abitazioni del Castiglione di Fatalbecco, che prima appartenevano a Lamberto”: tenimenti poiti i cuia Castillione in cappella Sct. Crescetij quod olim lambertiis tenuit. (ASF Camal. #8, cxxviii).
1269 Uomini obbedienti all’ordine dei Servi di Maria vengono insediati nell’eremo di Montevicchio (Muzi, 1843). [Montis veteris era “una basilica bizantina nel santuario di Monte Vecchio”].
1270 “Ab Alberto alterius Alberti de Mote Acuto una cum Municipibus Incolis Cast. De Fatalbis ratione ditionis Territorij +Plebis Miciani” (un Alberto cede i diritti sul territorio e sulla plebe di Micciano a un altro Alberto di Monte Acuto, nonché agli abitanti del Castello di Fatalbo).” (Fortunio; Arch. Barb.).
1273 La chiesa di San Iohannis è registrata a Ponte alla Piera.
1274-1278 Monte di Maio è registrato nelle Decime.
1274 Corneto è centro degli Eremiti Neri.
1274 Nella Pieve di Micciano è elencata una chiesa dedicata a San Crescentino, di cui il presbitero Ugone dell’ecclesia de Vulterena ha preso possesso da Alberto e Ubertino, figli del signore Alberto di Monte Acuto.
1278 Plebes de S. Yllarii de Spiline include s. Angeli di Montedoglio.
1291 Petrus Paulus Perusinus umber è eletto priore generale a Corneto nel 1274 e nel 1291, come capitano degli agostiniani che “lottava contro la superstizione”.
1293-1860 Gli Agostiniani di Anghiari fecero parte dei Conventuali nel Senese con Arezzo conquelli di SS. Guillelmi, Rosiae, s. Luciae e Castiglionensis.
1298 L “hospitale S. Nicolai di Cabue” registrata nella pieve di Spilino.
1302 S. Petri in Colle nella pieve di Micciano, secondo le Decime.
1302 ‘Eccl. S Crescentini’ in Fatalbecco.
1302/3 Ecc. S. Iacobi e Cristofori /Christophori fa parte della Pieve di Sperlino (cioè Spilino) (Lami).
1309 Chiesa e santuario di San Martino da Siena integrati nell’ordine delle Ilicetanae. (Landucci: 1653: 89).
1310 Ciappetta di Ubertino Bocca da Montauto ottiene l’immunità fiscale per la sua comunità monastica femminile o consorteria di Arezzo. (Arch. Barb.).
1311 Accursio, priore di Camaldoli, comunica che gli uomini della Curia Castillionis de Fatalbecco e della Plebe Micciani hanno giurato fedeltà ai Camaldoli in un documento firmato da Schiatto, rettore della chiesa di Colle e del Restoro, già proprietà di S. Feo Florentio e di Cino da Florentia. (ASF Camaldoli; Appendice, #592: 206).
1312-1327 Vescovo Tarlati ad Arezzo.
1313 Boncio/Bonitio, priore di San Martino di Siena, raggiunge un accordo preliminare con Don Accursio, priore dei Camaldoli, Ciappetta, Matteo di Alberto e Nino di Isacchino da Montaguto per la metà del feudo di Castiglion Fatt’albecco e della sua corte. (Taglieschi).
1313 Pagamento in grano per la metà del feudo di Castiglione al Priore dei Camaldoli da parte di Balduccino e Tebaldo da Montauto.
1313 L’imperatore Enrico VII concede al fratello Tancredi alla sua morte le terre in Toscana possedute da Bandino di Modigliana. (Arch. Barb.; ASF Camaldoli #8. cxxviii).
1313 Le terre di Castillione Fat’albecco vengono cedute da Tarlati del Vescovado di Arezzo a Ricciardo di Mazzetto Mazzetti di Borgo San Sepolcro, figlio di un precedente Ricciardo di Firenze, anziché ai Canonica e al Prevosto di Arezzo. (Taglieschi: 84).
1320-1321 Il comitato (laico) di Montauto gestisce Galbino, Volterena, Presciano, Casanovule, Scheggia, Colognola, Savorgnano, la pieve di Spellino et s. Fiorenzio. (Arch. Barb.).
1325 Visitazione dei preti Camaldoli al cappellanus di san Veriano (agostiniano) e di Pianettole e Valiale.
1330 Guido di Pietramala, il vescovo di Arezzo, distrugge il castello di Montorio “col nostro convento”. (Torelli, Indice: Add. 1330. n 2.).
133? Convento delle Nerae Abbatissae, parte delle Sororis Nerae, B. Simone de Cassia, come si legge nei documenti di S. Caterina d Siena. (Crusenius).
1336 Anghiari viene posta sotto Perugia dopo una battaglia tra i fiorentini e i perugini.
1338 Pacis de Colloreo presbitero di Casanuovole e, nel 1350, Paci de Burgo priore di Mon. di S. Iohannis Battista. (?)
1343 I figli di Tebaldo trovano un compromesso con don Guido per Fatt’al Becco dato in feudo nel 1220 ad Alberto, Matteo e Alberto, nipoti di Montaguto; il pagamento viene effettuato dai conti al priore di Camaldoli in grano.
1339-1402 I milanesi sotto i Visconti governano Firenze, ma i fiorentini lasciano Monte San Savino, Anghiari, Foiona e Lucignano al controllo amministrativo di Perugia.
1347-1351 La Peste: al meno muore la metà della popolazione della Toscana.
1349 Registrato nelle Decime di Perugia: In Sobara/Sovara: Valliala (s.Petri), Voltenana/ Volterena (s.Blasii), Galbina, Colonata, Casale, S. Laurentii de Precolle, Sorchetto, Opachi, S. Petri de Monte.
1350 Visita da parte dei Camaldoli all’Oppidum “dell’ordine di San Savino“, già proprietà di Hieronymus, donato dal Cancelliere (dell’Impero?) in agro castilionensis (in una tenuta di Castiglione o nel territorio di Città di Castello?), a un santuario costruito da Romualdo lasciato ai Camaldoli … e i monaci sono trasferiti nella giurisdizione di S. Petri di Putelho presso Lucca perché è fallito, non può pagare le sue quote, è spopolato e il suo contratto di fornire decime è stato risolto. (ASF Camaldoli).
1351 Prioria e ecclesia S. Mariae Magdalenae di Petra Clusine dicte di Jurie suffrag. Eremo di Vivo: “Emissari di don Jacobo, abate di s. Pietro di Puteolis presso Lucca [monastero vallombrosano fondato nel 1058 da Anselmo da Baggio, che divenne papa Alessandro II, figura chiave nell’assicurare la protezione papale all’ordine dei Camaldoli nel 1072 e amico di Matilda di Canossa], si recano al priorato e chiesa di s. Maria Magdalena di Arezzo dove incontra il rettore, Antonius di Aretio…. ‘di Modiona’ (?), parte della rete di santuari a Maria eretti da Othbrato, (Ildebrando?) e dalla comunità laica benedettina, iniziata da Ropprando, già sotto Roitio e il vescovo di Chiusi; la pone sotto la giurisdizione dell’Eremo di Vivo. (Parte di un gruppo che comprendeva Largnano, S. Petri di Cerreto e l’Eremo di Vivo). (ASF).
1354 L’elenco delle chiese di Camaldoli replica del 1227 (AC II 203), ma si aggiunge “più le concessioni all’uso dei terreni… (ecc.) da parte dei Conti Guidi”.
1355 I Camaldoli fanno valere i loro diritti sulla chiesa e sul castello di Moggiona e su tutte le pertinenze del castello con l’approvazione dell’Imperatore e la rinuncia a ogni usufrutto e giurisdizione su di esso rimasta al Conte Guidone: ‘ecclesiam de Mojona e totum castrum cum omnibus suis pertinentiis, ratam et gratam habentes et imperiali auctoritate approbantes refutationem omnis usus et abusus et cujuscumque jurisdictionis dicti castri et eius curie factam dudum per Guidonem comitem, ut constare dicitur publici instrumentis’ (AC I 488/9; Privilegium de Caroli IV in Pisa).
1355 L’eredità del Marchese di Toscana del 1115 passa al Marchione di Monte Santa Maria, fedele al Sacro Romano Imperatore.
1360 Vendita di alcuni beni della casa agostiniana di Savorgnano da Ciappetta di Montauto.
1362 Divisione dell’eredità tra i due figli di Ciappetta da Montauto, Giovanni e Biagio.
1365; 1368 Continuano le dispute sui terreni a Savorgnano.
1367 L’ordine dei Gesuati del Beati Giovanni e Caterina Colombini fondato a Siena.
1367 Guido e Alberto di Francesco di Guidone di Montaguto vengono eletti giudici per la divisione dei beni.
1375 Bandino e Tancredi dei Conti Guidi di Porciano cedono terre a Lazzaro di Galbino.
1384 Castrum plebis sanctu Iohannis devastate cum eorum villis et Curtis. (Pasqui).
1384 Il Congregatio Provincia Umbriae comprende 42 monasteri agostiniani.
1385 Invasione dai Fiorentini; Lazzaro di Galbino a Montauto permette ai Fiorentini di essere ospitati nella sua contea, a patto che ne mantenga la sovranità.
1385 “Ilicetani S. Salvatoris conventus Priorem quam Congregazione ipsius vicarium constituterit in viscontaria di Monte“: il convento di San Salvatoris degli Ilicentani e il priore della vicaria di quella stessa Congregazione [vengono] istituiti nella vice-contea di Monte.
1390-1433 Plebs de Spelino: “Plebatus hic versus Montem Acutem Chitinianum et Alvernam, tendit et in praesens in plures Ecclesians Baptismales divisus est. Coterminus est Diocesibus B. San Sepolcro et Sarsinae supra Arretium XX circitur MP situs inter Ortem e Septemtrionem“: “Eccl. ss Jacobi et Christophori de Castilione in Popini, Hospitale de Aqua Bove, san Blasio de Savorgnano“. (Lami. Sanctae ecclesiae Florentinae monumenta, 1596 V. 3, 17; v. 3. [L’hospitale de Silice è fuori di Arezzo: (Lami. 1596 (4, 10,6)].
1390 Hospitale de Ponte a Valle. (Lami: 1596: 10).
1390-1433 Eccl. seu Hospitale s. Lazari defunt Xenodochium et Ecclesia s. Mariae Orientis sono legati ai monasteri di Pionta e a S. Flora a Turrita. (Lami 12.10): v. 3: 1595; 1786.
1395 L’eredità di Bernardino del fu Giovanni di Ciappetta (nipote di Ubertino Bocca, e quindi suo pronipote) viene venduta a nome dei monaci del monastero di s. Spirito di Arezzo a Lazzaro di Galbino, suo nipote.
1399 Lazzaro di Galbino manda 400 uomini e donne portando bianco (cioè i Bianchi) a Città di Castello per la pace.
1400 Jacoba di fu Neri di Tancredi dei Conti di Modigliana (da Porciano) sposa Giovanni del fu Lazzaro di Niccolò da Montauto. (Tancredi era primogenitore e padre del precedente Conte Bandino di Modigliana, che nel 1375 cedette un terreno a Lazzaro). (Arch. Barb.).
1404 L’Abbate Bonagiunta/Bonaiuto dona un terreno all’eremita Folco di Neri, e un terreno a Campalone a ‘Pauluccio ditto il Peloso’.
1407 Dopo la sua fondazione nel 1196, viene ripresa la fiera di Fatt’albecco per celebrare il sacrificio a Bacco del becco e la festa di San Giovanni Battista Decollato, il 29 agosto, in occasione della vendemmia, da osservare con la venerazione della reliquia del suo sacro dito detta “Agnus Dei”. (Taglieschi).
1420 Gli Agostiniani di Arezzo sono sotto Siena.
1422 ‘Corte degli Agostini’ venduta da Antonio di Lazero/Lazzero di Niccolo da Montauto.
1420-1422 Bernabò Visconti è citato da Taglieschi.
1425 Bernabò, figlio di Antonio di Lazzaro di Montauto e Nora Albergotti, è nipote di Jacopa di fu Neri di Tancredi.
1432 La chiesa e l’hospitale di S. Maria Maddalena di Arezzo (o S. Maria Maddalena del Oriente) viene unita alla chiesa dei ss. Iacobi et Christofori de Silice [cioè “sulla strada lastricata”], e “un membro dei Silice venne alla cancelleria apostolica e il suddetto rettore dell’hospitale disse di non opporsi all’unione dei due formata da Francesco di Monte Politiano, vescovo di Arezzo”. (Lami).
1434 Il Convento di sant’Antonio in Ardinghesca (Siena) conserva tutti i privilegi del Convento di Lecceto.
1438 Scoppia una disputa tra i frati di Sant’Agostino di Siena e Lecceto.
1442 “S. Ioannis di Villa S. Ioannis, S. Andrea de Loggiano, S. Bartolomeo de Spellino e S. Lucia de s. Florentio” inscritte sotto il conte Ioannis de Monte acuto (Romani, 1482).
1442 I Conti Neri di Porciano abbandonano la loro torre e cedono tutti i loro beni a S. Mariae degli Angioli, monastero camaldolese, a Firenze.
1445 Giovanni di Lazzaro Barbolani è mallevadore del priore agostiniano Niccolò Albergotti (al Conventino). (Arch. Barb.).
1450 I possedimenti del castello di Montauto vengono venduti a Giacoma/Jacoba dei Conti Neri, vedova di Giovanni di Tancredi di Lazzaro Barbolani ed erede dell’Abbazia di Ciano.
1455 Comtessa Jacoba dei Conti Neri di Porciano, moglie di Magister Giovanni di Lazzaro di Tancredi dei conti di Montauto si accorda sul confine al “Vado Sesetti/ Vadum Saxeti” con il Comune di Anghiari. È presente Papa de s. Stephano di Ponte ad Septem del Comitato Civico di Firenze, e l’”Abbatia, suo monasterium sive Ecclezia de Camaldolo…Abbatia de Ciano/Liano habent, sive, haberent” (L’Abbazia, il suo monastero e la chiesa dei Camaldoli… l’Abbazia di Ciano che possiedono o meglio, possiederanno), viene trasferita da Montauto al monastero di Camaldoli). [Petro Paolo quondam Andrea della Guardia habitavono Castriz Montiz Aijunti, (poi ‘Aguti’ cioè Monte Aguto), anche presente]. (Atta di Montauto; Archivio di Anghiari; Catasto 1455 riscritto 1548; 1629; Carta 499). ‘Controversia sul castellare e corte di castiglione Fatt’albecco’. (Arch. Barb.).
1455 5 maggio: Castellare e corte di Castiglione fatto al-Becco sono trasferiti ad Anghiari (Taglieschi: 199).
1455 “ecclesiam de Monte-Aureo dicto Fatalbechio cum sua curia et omnibus suis pertinentiis et ipsum Montem-Aureum” sotto i Camaldoli. (AC VI: A 489b).
1455 Una reiterazione del Privilegium, riedito dal 1355 dall’imperatore Caroli IV da Pisa, dichiara che “i privilegi sono estesi a “Mogione” e “a tutto ciò che apparteneva a Bernardino e Quintavallis, compresa la chiesa di s. Maria in Montione e l’ecclesiam di Mojona e tutto il suo castello con tutte le sue pertinenze all’interno dell’episcopato aretino”. Attraverso la sua autorità imperiale, approvano la cessione d’uso e respingono l’abuso e la giurisdizione su questo “castello e curia” da parte dei conti di Guidone (Conti Guidi), cioè “tutto ciò che era stato concesso da Bernardino e Quintavallis… ecc.”. (AC VI 489).
1459 Vengono soppressi i seguenti possedimenti della Canonica Aretina sotto il dominio di San Donato: “De Monteauro, de Viario, de Maion et de Castello Lorentian ecclias‘ [Fortunio: Castel Florentian] …: ‘Eccliam sancta Marie / Maue de Villa que dicitur Montione/Moncione cum pert suis’ ‘Item quicunque eidem heremo Camaldulensi decimam valian suam dare voluerit que ab aliquot Aretini Epo recte ordinata vel donate non fuerit inde habeat facultatem sicut ab ipis Aretini Epis constitutum est’ … ‘Castrum qua Moion vocatur cum omnibus pertinentijs suis quod emistis ab Henrico Preposito et ceteris Canomas Aretin…Villam di Montion quam emistis ab Abbate sancta Flore. Quicquid iuris dicta ecclia Sancti Donati in villa de Moion et in villa de Montion habebat. “(ASF Camaldoli microfiche).
1461-1473 Vengono reclutati sacerdoti da Bagno di Romagno, Pesaro e Galeata per la chiesa di Gello di Montauto e per Anghiari.
1461 I beni della Contessa Jacoba vengono divisi e assegnati agli eredi.
1461 Pieve S. Ilarij de Spelino: S. Ioannis al Pote alla Piera, S. Andrea a Loggiano, S. Bartolomei a Spelino, S. Luisri (s. Lucia?) de Valle, interditti aliis ecclesiasticij sententijs Cerfunius.
1462? Passaggio di proprietà dei beni di S. Antimo a Montalcino.
1462 Rifondazione formale della Congregatio Lombardiae da parte degli Agostiniani.
1463 La Peste ad Anghiari.
1468 “Convento Saxeti” della Congregazione Longobardiae fondato dal Marchione Montato di Montautis (Crusenius: De Origine Congregationis Vulgo Nuncupatae de Lombardia dei Canonicorum Regularium Ordinis s. Augustini, ca. 1620).
1469 Ser Giusto rifece la chiesa e il romitorio del Chiaveretto comprati da Pierfrancesco e Niccolò di Giovanni di Lazzaro, figli di Jacopa e Giovanni.
1470 La Compagnia della Madonna del Combarbio di Buon Consiglio a Carmine.
1471 Le inondazioni coprono la Sovara e il Tevere, rendendo necessaria a deviazione del Torrente Sovara.
1478 La chiesa di S. Blasij de Savorgnano appartenente a Raynerii Bausentij viene registrata con il consenso dei nobili “Ursoni Bierfrancisco [Pierfrancesco]di Iohannis de Barbolana e Tancredi alt Tancredi Ioannis de Barbolana, con Leonardo Albergottus Vicarius Regina”.
1478 Le Chiusure de Sasseto in detto Popolo di Piero e Bona Dom. Iohannis de Monte Auto: (le dighe di Sasseto in detto Popolo di Piero e Bona Dom. Iohannis de Monte Auto, annotate nel catasto della Barbolana (Arch. Barb.).
1479 Battistam Petro Benno (Bennis) di Monteacuto “della stirpe di Christophon de Rosellis” di Arezzo è confermato nella chiesa di Montauto.
1480 I figli di Antonio di Benno (Bennis) fondano la cappella di Sant’Antonio e la chiesa di CasaNovule, “sempre dei Benedettini”.
1480 Si stabilisce un riavvicinamento tra i Camaldoli e Montauto per la “domus di Bernardo”, con l’accordo che il priore si chiami ‘economo di Ponte alla Piera’ e che abiti in quella domus.
1482 Le Chiusure di Sasseto vengono poste sotto la Pieve di Spellino. (come nel 1478 e nella testimonianza del 1588].
1482 L’Hospitalis allennato (un ospizio a gestione alternativa) è elencato come possedimento di Pierfrancesco di Montauto nell’Inventorio Plebis s.Ilarij de Spellino Curij Montis Acuto Barbolanorum Aretiny. (Arch. Barb. d. 1493).
1487 Trasferimento della giurisdizione di tutti i possedimenti dei conti di Montedoglio [che detenevano il potere almeno dal 1221] alla Civitatis Florentinus. Nel XV secolo, questi conti possedevano non solo il castello di Montedoglio, ma anche Badia Tedalda e Monte Vicchi e la maggior parte dei castelli lungo la dorsale dell’Alta Valle del Tevere.
1493 Benno (Bennis)/Bennone di Scille, parente di Matteo di Citerna, viene eletto sacerdote.
1493 Plebe di Spilino fa parte della dimidia ancora di proprietà di Pierfrancesco dei Barbolana de Montacuto.
1503 Il castello di Montauto viene saccheggiato dai fiorentini e i suoi tesori vengono sottratti. Giovanni Barbolana perde i diritti sul feudo.
1512-1594 “Angiani” (Anghiari) scritto sulla carta di Mercatore.
1513 I diritti sul feudo di Castiglione vengono restituiti ai conti di Barbolana.
1521 ‘eclam soara nerie abbatissa sorore pudra… Marchione de Florentia. prola abbatissa quot hat montauto q.d. monasterio… et ad Micigune” (dal trasferimento dei possedimenti di conti di Montedoglio dal 1487?) Le “Monache di Pirro” vivono nel “monastero appartenente alla città di Firenze”. (Civitatis Florebe) sotto Montauto sotto la sovranità di Dohi? (Montedoglio) (Archivio Diocesano di Arezzo).
1527 Battaglie con i Borboni in cui vengono distrutte sia Caprese che Montaguto.
1529 Alcuni poderi a Savorgnano vengono lasciati al “convento agostiniano di Anghiari”.
1530 “Frati sono venuti al Conventino dal romitorio di Chiaveretto”. d. 1588). (Foglio del Conventino; Arch. Barb. 55-20. 1634-1787. ‘Fascicoli da casa’.)
1536 Un Monte Auto e un‘altro chiamato Monte Ajiunto sono posizionati uno a nord dell’altro nella mappa di Bellarmato.
1538 Il collegio di Ilicentanae passa sotto la giurisdizione di Firenze.
1539 Un’abbatissa di Firenze afferma (prola) che “un convento su un’ampia piazza si crede appartenere a Montauto”. (Abbatissa inter v. plata put quot hat motauti). (Archivio Diocesano di Arezzo).
1543 Viene confermato il privilegio dei conti di Montauto sulla fiera di Castiglione.
1548 Lettera di Cosimo I a Pirro da Montauto (Arch. Barb.).
1548 I ‘Frati’ abitavano qui al Conventino’. (Testimonianza di un residente trascritta da “Francesco Fontany d’Anghiari, Capitano del Parte” del 1598). (Arch. Barb.)
1549 Nomina di Antimo Franc Gualterij de Baccis da parte di Don Ugolino Raffeiunus, Chierico di Cortona, Visconte del Vicario dei Conti di Barbolana.
1550 Pirro di ‘Montauto’, figlio illegittimo di Pier Francesco di Montauto, viene dichiarato legittimo.
1551 Unificazione degli Agostiniani con la Congregazione di Lombardia.
1563 La Curtem Modone (“Corte Modone”) è proprietà di Antonio Angiolieri (che possedeva terreni vicino al Carmine).
1563 Il Conventino viene ricevuto per divisione ereditaria dalla famiglia Montauto come ‘beneficio’. (Documento di soppressione, d. 1786). (Arch. Barb).
1566 Alfabetico Decciano: Cappella di S. Felicita in Monte Acuto di libero patronato della Parte (ASF; 15gh Fil 761 n.20g).
1567 Nell’elenco dei monasteri di Anghiari, il vescovo cita “una casa, completamente fortificata, e monasteri e claustri vicino a Micizant, alcuni dei quali appartenevano a Sascio” (Sassio, cioè Sasso – il monastero di Sasso?) (Archivio Diocesano di Arezzo).
1567 La chiesa e l’Abbatia, ramo del monastero di san Bartolomeo di Anghiari, dell’”ordine dei Decollati” (cioè, dei devoti di san Giovanni Battista Decollato), è commendata all’Illustrissimo Antonius Mazzoni del Comite de Monti” (cioè Bourbon dei Monte). (Archivio Diocesano di Arezzo).
1571 Un monastero delle suore di San Martino ad Anghiari e del conte Ludovico dei presbiteri di Antonio, e il monastero delle suore di San Martino di Anghiari a Gello, sono visitati dal vescovo di Arezzo.
1572 Le Chiusure di Salceto (probabilmente Sasseto) di Pietro del fu Benedetto Bassetti vengono acquistate da un gruppo che agisce per conto di Francesco di Alberto di Montauto.
1575 Il conte Federico Barbolana acquista terreni in Cerreto e Corte Modone nella Pieve di S. Giovanni di Ponte alla Piera da Antonio Angiolieri per 300 fiorini (Arch. Barb.) [Nel 1594, Antonio viene fucilato da Carlo Mazzoni della stessa famiglia Mazzoni che aveva acquisito la commenda dell’Abbatia nel 1567 per una vendetta]. (Taglieschi).
1583 L’Ecclesiam di Sancto Pietro è sotto un sacerdote laico a Montauto (Archivio Diocesano di Arezzo).
1583 Il vescovo in visita alla Plebis Sta Maria de Spellino intra Castrum trova la chiesa dei Santi Ilario de Spillino “diruta”.
1584 Eccliam S. Ioannis al Ponte alla Piera de quo rettore è Baptista de Bennis (morto nel 1613).
1588 Lettera sul mancato di contributi da parte degli eremiti al Conventino, scritta da don Antonio degli agostiniani di Anghiari. (Arch. Barb.).
1590 “Dopo una visita al castello di Anglari e al monastero di Bartolomei d’Anglario, il vescovo Usimbardi visitò l’Abbatia possedimento di Dini Hieronomi M. di Mazzoni dei Marchesi … [dove] i monaci “appartengono all’Abate di questa Abbazia” e inoltre, le decime dell’Abbazia Cabuy, (cioè C’abuy, da Aqua Bova: “acqua potabile”, situata a ovest di Montauto), dovevano essere pagate all’Abbazia de Monte”. (Archivio diocesano di Arezzo).
1593-1595 Beato Giovanni di s. Guglielmo vive come asceta all’Eremo di Sassetta’. (Gioseppe Renato Imperiale, 1733, Cap. XIII: 79).
1594 Donazione del Barco di Trafiume da parte di Hercoli di Fosso Mazzoni (della famiglia Mazzone a cui era stato affidato il Conventino nel 1567) al “Frat. di Ste Marie Magdalenae” (Arch. Barb.).
1596 Il sacerdote agostiniano Rocchensis vive all’Eremo di Sassetta nel 1596 dove scrive l’Epistola Nuncupatoria.
1596 Visita del vescovo Usimbardo alla “bidia di casa di Florency” (Il Conventino?).
1598 I frati laici che abitano al Conventino descrivono la tenuta del Conventino: ” dalla cima del Monte che guarda verso Montauto e si vede dalla chiesa del Sasseto, fino all’acqua della Sovara, e dalla chiesa fino alla cima, comprensiva di “vigne, fontana, boschi e La Fabrica fino al Ponte alla Piera. …”. Francesco Fontany d’Anghiari, Capitano del Parte. (Arch. Barb.).
1607 Loca Montium Pietatis Florentinae Civitatis: i fondi sono investiti da Usimbardus di Usimbardus della chiesa di Colle Val d’Elsa (re 1638).
1610 Francesco Mazzoni, discendente dei conti di Urbech, è proprietario di una parte della tenuta del Conventino.
Prima del 1620? Il Convento di s. Maria Madilena (Il Conventino) viene soppresso dagli agostiniani umbri a Sansepolcro (Arch. Barb.).
1620 Il Congregatio Provincia Umbriae comprende 42 monasteri agostiniani, tra cui ‘Saxetensis’ (alias La Sasseta, cioè Il Conventino), Montis Veteris, e Castririgoricensis (Castel Rigone). (Crusenius).
Prima del 1627 “Il Convento di San Cristofaro de Sassetta di Monte della Vernia, essendo stato abbandonato dagli Agostiniani della Provincia dell’Umbria, lasciato coperto di viti, e totalmente derelitto per questo periodo di sette anni, i Signori della Casa Mont’Auta hanno raccomandato che la nostra Congregazione (Ilicetanae) ne prenda possesso… con lettera privata, fatta dalla Camera del Padre Generale dell’Ordine”, (trascritta nel 1647, pubblicata in Leccetana. (Landucci, 1657: 68).
1627-1657 Antonio Castiglioni, “eremita di Sasseto”. (Arch. Barb.).
1627 L’Oppidum Arcis Albinae concede l’eremo di San Christophoro a cui era annessa una insolita abbondanza di boschi a frate Ambrosius Landucci, titolare di un Baccalaureus in Teologia, che ne era incaricato, ma che non ne prese possesso a causa della distanza dal luogo”. (Landucci; 1657).
1630 Il Convento di Sasseto è sotto l’”antica giurisdizione delle case dell’Ill. Giulio Montaguto Fiorenza” (secondo una lettera dal “Devotissimo Seneo Maestro Agapito Simoni Agostino al Monte Gaty di Sant’Agostino, Siena, scritta a Sign. Pron e Colombini s. Caul fr. Oratio Chigi” (Arch. Barb.).
1631 L’inventario del Conventino è firmato dal “prete del ponte” Gio. Battista Monanni, rettore di s. Gio. Evangelista in Ponte alla Piera alla presenza di Oratio Borboni, (cioè, Oratio del Bourbon del Monte, figlio di Isabella d’Aragona di Piombino) per ordine di Giulio da Mont’Auto, Generale delle Galere di S.A.S. Illustrissimo di Toscana nostro Signore, e di MontAuto, suo fratello: furono per Privilegio Imperiale dichiarati Marchese” (Arch. Barb.).
1631 Il Pretino del Ponte a Ponte alla Piera, G. B. Monanni, muore all’ospedale di Sasseto dal mal francese (sifilide) (Taglieschi).
1634 Vocantur Ilicetani disponente Ambrosius Landuccio, qui supra ad possessionem Loci s. Christophori de Sassetta in Montibus Averniae, sed paolo post, illum sub sui curam redegit Reverendissimus Prior Generalis Ord. Hieronymus a Corneto. (cioè Il Conventino). (Landucci, ibid., 1653)
1631-1638 Il Priore Generale Hieronymus/Girolamo da Corneto firma vari documenti del Conventino. (Arch. Barb.).
1634 Lettera da Roma ai sacerdoti del Conventino.
1636 Lettera di Gello al marchese Bartolomeo Bartolomei.
1637 Lettera dalla Collegiata di Monty Gaty (cioè Asciano), Devot[me] Loireo Maestro Agapito Simoni Agostino e Frater Oratio Chigi, a Giulio Montauto Livorno dice: “teniamo [terre] del nostro ordine nella terra di Montauto che assisterò sempre con la mia autorità. [Un chierico della famiglia Chigi di Castiglione del Lago conferì a Montauto il privilegio della fiera di Fatt’al Becco nel 1196].
1639 Nasce il marchese Bartolomei Felice Barbolana.
1640 Il Priorato di Siena, che aveva partecipato alla selezione di un sacerdote e alla cessione del Conventino ai conti di Montauto, rinuncia ai diritti sul Conventino.
1640 Licenza di Roma del Pr Rm Generale di Roma (lettere delle sorelle).
1640 ‘Preposta Colombini, Maestro Agapito Simoni Agostino di sant’Agata e La Consorte di sig. Fabio dei Colombini, sorelle del ss. Antonio e del Colombini darà isolamento” sono costrette a rinunciare ai diritti su Il Conventino. (Beata Catarina e Beato Colombini erano fondatori dell’ordine penitenziale dei Gesuati di Siena).
1642 Viene rilasciata la licenza e Il Conventino fa parte della Congregatione d’Iliceto sotto il Magister P. Philippus Vicecomes Medio[lanum] S. Augustini di Firenze e il Mag. P. Nicolaus Senensis (1676): Il Magister, Visconte di Milano, rilascia una licenza temporanea a Montauto di Firenze per l’inserimento nella Congregazione Ilicentanae con il Priore P. Bacato, con riferimento a Petrus Paulus Perusinus (Arch. Barb.).
1644 Lettera per il trasferimento del podere di Trafiume al Conventino.
1649 Visita a Salceto al Priorito di s. Maria Magdalena: s. Priorem s. Marie Magdalenae Montium Pietatis Civitatis Florentie del sacro Priorato dei Monti della Pietà, (cioè Il Conventino), dal vescovo di Arezzo Salviati.
1653 Ambrosio Landucci viene nominato Vicario Generale della Congregatione Iliceto e pubblica alla chiesa di S. Stefano a Firenze il suo manoscritto, Sacra Ilicetana Sylva dal 1633.
1657 Il Conventino viene nuovamente soppresso (gli annali agostiniani lo riportano nel 1652), ma l’intervento del Conte di Montauto ne assicura la reintroduzione. (I documenti ufficiali indicano che è stato soppresso, ma è comunque rimasto come monastero privato dei conti di Montauto fino al 1787).
1659 Sassettensis, La Sasseta. Locus solitarius. Dioc. Civitatis Castelli. Conventus sub titolo s. Mariae Magdalenae. (Lubin 1659).
1659 Le reliquie di San Cyriaco/Ciriaco vengono ritrovate dai cittadini del luogo in un “cimitero”, e sono consegnate a Roma da Landucci Ilicetanae Proposito, Salviati vescovo di Arezzo, e dal Vicario Generale degli Agostiniani, Erasmo Caponsacco.
1661 Fra Agostino Giani Aretino visita il Conventino da Casanovule e vi costruisce un grande altare.
1664 La marchesa Elisabetta della Penna diventa benefattrice al Conventino (Arch. Barb.).
1667-1669 Lite tra Federigo Maria di Montauto e i Conti Otto e Lorenzo di Pierfrancesco per i diritti sul patrimonio della Pieve di san Giovanni Battista di Ponte alla Piera e la chiesa di Spellino, e per la legittimazione di Pirro di Pierfrancesco da Montauto. (Arch. Barb.).
1684 I sacerdoti di Casanovule prendono la ‘tamburetta di pelle’ dal Conventino e dicono che “il picciolo Conventino di Sasseto… ne egli viene considerato come Membro soggetto al Monastero più vicino” (Lettera da Roma).
1687 I beni del beneficio di S. Ilario di Spellino vengono donati alla pieve di S. Gio. Battista di Casanovule.
1692 Il Priore Fabbroni arriva al Conventino e vi trova dei monaci laici: corrisponde con Barlozzi, Priore del “Conventino di San Guilelmo in deserto e solitudine” a Castiglione della Pescaia, e con il Preposto Nicola Cinquini, che gli raccontano la storia del Conventino.
1704 Divisione territoriale tra la Contea di Monte Acuto e il Comune di Anghiari a Castiglion Fatt’al becco nel luogo “che sta ai confini dello Stato del Granduca di Toscana e dei Signori Montauto nel Monte”. (Catasto di Anghiari).
1716 Scipione Fabroni di Castiglione del Lago scrive una lettera al ‘Convento di Colle’.
1724 Muore il Priore Fabbroni a Conventino.
1728 Angelo Fabbroni assume la responsabilità del Conventino.
1758 San Ioannis Pontis ad Pieram viene posto sotto il Vicariato Anglaris (Lami).
1767 Pejtbiere (Ponte [alla] Piera) è annotato nella mappa del 1767 come vicino a Montauto; Pestatoya (Le Pescaie) è sotto. Il Rio costituiva la linea di confine con la Contea di Montauto.
1782 Il Castiglione rimane sempre sotto il vescovo di S. Sepolcro.
1783 La Toscana viene incorporata nel territorio asburgico austriaco.
1786 “Il Conventino è stato ricevuto per divisione ereditaria all’interno della famiglia Montauto come beneficio nel 1563. La sua storia iniziale è sconosciuta. All’inizio del XVII secolo fu affidato dai conti: “in affitto a qualcuno della Congregazione Iliceto, un religioso dell’ordine di Sant’Agostino che aveva il diritto di scegliere il priore” ed è ora soppresso. Avendo solo 6 scudi di rendita e trovandosi nelle vicinanze di un fiume circondato da rovine e pendii di montagne, Il Conventino era a due miglia da altre case e montagne e soggetto a violenti terremoti, in conseguenza dei quali l’eremo e la sua chiesa furono ricostruiti dai Conti di Montauto, che non avevano alcun obbligo di celebrare una festa o di essere soggetti al clero. Spesso c’erano molti ostacoli a trovare un soggetto adatto a vivere da solo fuori dal chiostro e in questi tempi, con una famiglia di contadini che lavorava la terra adiacente… e i Conti, vedendo che l’esistenza di un tale eremo era direttamente contraria ai sacri canoni, Il Conventino fu consegnato al Vescovo di Arezzo. (Fu registrato come casa colonica sotto San Gio Batta di Ponte alla Piera’ nel catasto Lorenese del 1823).
1787 Il Conventino di Santa Maria Maddalena viene soppresso con l’ordine di dissociazione di monsignor Niccolò Marcacci, vescovo di Arezzo.
1823 Gio Battista Landucci era proprietario di 17 pezzi di terra nei Monti Rognosi fino al 1845.
Bibliografia
Adami, T.P. Guido Storico-artistico alla Città di Orvieto. Siena. 1883
Ammirato, Scipione. Delle famiglie nobile fiorentino di Scipione Ammirato parte prima,1615.
Ancient Italy (mappa). Society for the Diffusion of Useful Knowledge. 1832
Annali Camaldoli. Archivio di Stato di Firenze (ASF).
Antonini, Annibale. Dizionario italiano, latino e francese. 1770
Archivio Barbolani da Montauto (Arch. Barb.) (Inventario dell’Archivio Barbolani da Montauto anche su internet: http://www.sa-toscana.beniculturali.it/fileadmin/risorse/inventari/ BarbolanidaMontauto.pdf
Archivio Camaldoli. ASF. Don Edvardo Baroncini #18. 1060-1740.
Archivio Capitolare di Arezzo. Arezzo.
Archivio di SS. Flore e Lucille, ASF.
Archivio di s. Maria Magdalena di Sasseto. 55-20. 1634-1787; Fascicoli da Casa Paterno. Archivio Barbolana da Montauto. ASF.
Archivio Vaticano, Vaticano.
Ascani, Angelo. La Storia di Sansepolcro. Ricci. Città di Castello, 2003.
Aston, M. in Mediaeval Archaeology. eds. G. Keevill, Aston, M. and Hall. Oxbow Books. 2001.
Auvray, Lucien. Les Registres di Gregoire IX: Recueil des bulles de ce pape. Fontemoing, 1907.
Baldwin and Cradock, Ancient Italy 1. Society for the Diffusion of Useful Knowledge. Paternoster Row. 1832.
Banzi, Elena. I miliari come fonte topografica e storica: L’esempio della XI Regio (Transpadana) e delle Alpe Cottiae. 1999. https://www.persee.fr/docAsPDF/efr_0223-5099_1999_ths_254_1_5855.pdf.
Barbolani da Montauto, Fabrizio. Storia del Castello di Montauto in ‘Bollettino d’Informazione Brigata Aretina Monumenti’. 1986. n. 43.pp 16-21.
Bartolini, Elio (da Paolo Diacono). Storia dei Longobardi. (1988). 1999
Bartolomei, G. Sigliano. Al confine della civiltà delle Alpes. Siena. Cantagallo. 1985.
Bertini, Fabio. Feudalità al servizio del Principe nella Toscana del ‘500. Edizione Cantagallo. 1996.
Bistarini, Stefano e Francesco Reali.Il Medioevo Chiusino. n.d.
http://www.artegrafica.org/matteo/medioevochiusino.pdf, accessed 24/11/13
Bolognese, C.G. dell’Ordine Eremitano di sant’Agostino. Delle Historia de Bologna Di Nuovo Corretta da Molte Errore 1605.
Borgato, Maria Rersa. http://www.2iceshs.cyfronet.pl/2ICESHS_Proceedings/ Chapter_16/R-8_Borgato.pdf. 2006.
Bladus, A. Calendarium Romanum quo utuntur Fratres Ordinis Eremitarum Sancti Augustini. 1549.
Brunetti, Filippo. Codice Diplomatico Toscano. V. 2 Issue 1, 1833.
Calleri, M. Le Carte della Canonica di Arezzo, 2014.
Camici, Cosimo della Rena. Suppl. alla serie dei Duchi e March. Do Toscana di Cos. Della Rena. Marzi. Firenze. 1773.
CAMENApg.x0938c. <http://www.unimannheim.de/mateo/camenaref/hofmannind/Hofmann_lexicon_nomenclator.html.>
Cammini della fede: I Vie Romee (Mappa). http://www.viaromeagermanica.com/documenti-via-romea-germanica.
Campana, S. Felici, Francovich, et Gabrielli. Chiese e Insedimenti nei secoli di formazione dei paesaggi medievali della Toscana (V-X secoli). 2006.
Campi, Pietro M.Dell’historia ecclesie di Piacenza. 1651.
Cantù, Cesare. Storia Universale. 1840.
Ceppodomo, Gino. Anghiari, Il territorio, I monumenti, la sua gente, la storia. Firenze. 1984.
Ceracchini, L.G. Fasti teologali ovvero notizie istoriche del Collegio de Teologi.Firenze. 1738.
Champeaux, J. La Religione dei romani. Il Mulino. 2002.
Cherici, Armando. ‘Indagini su Arezzo antica: Il Strutture, materiale architettonici’… etc. In A.M.A.P, LI, 1989
Chinali, Geremia. Il Castello di Caprese e Michelangelo Buonarroti, compendio storico. Arezzo. 1904.
Christie, Neil. From Constantine to Charlemagne: an Archaeology of Italy, AD 300-800. 2006. Burlington: Ashgate: 301.
Ciatti, Felice. Delle Memorie Annali e Historici di Perugia. Angelo Bartoli. 1638.
Cortese, M.E. “L’incastellamento nel terreno di Arezzo, secoli X-XII”. Storia e archeologia del potere nella Toscana medievale. T. I All’Insegna del Giglio. 2000. https://www.academia.edu/7142662/M_E_CORTESE_L_incastellamento_nel_territorio_di_Arezzo_secc_X_XII_in_Castelli_Storia_e_archeologia_del_potere_nella_Toscana_medievale_Firenze_a_cura_di_R_Francovich_e_M_Ginatempo_Firenze_All_insegna_del_Giglio_2000_pp_67_109
Crawford, Michael H. “Coinage and Money under the Roman Republic”. University of California. 1985.
Crescenzi, G. P. Romani. Presidio Romano overo della Milizia ecclesiastica libri III’. 1648.
Crusenius, Nicola. Index Additamentorum ad Crusenii Monasticon in Istituzione della Congregazione. cap. LVIII-LXVIII Canonicorum Regularium Ordinis s. Augustini. De Origine Congregationis Vulgo Nuncupatae de Lombardia 1620. http://www.cassiciaco.it/navigazione/monachesimo/historia_ordinis/storiografi/crusenio/066_addita.html.
Monasticon Augustinianum. 1623.
Dini, Vittorio. Il Potere delle antiche Madri-fecondita e culti delli acque nella cultura subalterna Toscana. Torino. Boringheri, 1980.
Diotallevi, Daniele. Fuochi d’Anghiari. Catalogo della mostra ‘Fuochi d’Anghiari’. Anghiari. Petruzzi Editore. 2003.
Dolfini, Andrea. “From The Neolithic to the Bronze Age in Central Italy: Settlement, Burial and Social Change at the Dawn of Metal Production”. Journal of Archaeological Research, 28: 503-556, 2020. https://link.springer.com/article/10.1007/s10814-019-09141-w.
Elm, Kasper. Il Brettinesi.
http://www.cassiciaco.it/navigazione/monachesimo/historia_ordinis/brettinesi/brettino_kasper.html.
Fabre-Duchesne. Le Liber censuum de l’Eglishe romaine, Vol 1, 2. 1910.
Fanfani, T. “L’Alta Valle del Tevere tra epoca romana e medioevo”. In ‘Atti di convegno del Centro studi storici e ricerche archeologiche di Pieve Santo Stefano’. 1996.
Fatucchi, Alberto in Atti Petrarca XLII, 1976-78.
Fontana, G.F. Storia degli Ordini Monastici, Religiosi e Militari. 1737.
Fortunio, Agostino. Historiarum camaldulensium, 1563.
Franceschini, G. “Chiese a coppie in territori arimannici dell’Alta Valle del Tevere”. Atti del 1e Congresso Internationale di Studi Longobardi. Spoleto. 1951.
Goi, G., E. lnsabato e Romanelli, R.. Inventario dell’Archivio Barbolani da Montauto. (Arch. Barb.) (ASF). 1999-2000.
Graves, Robert. The White Goddess, 1961. Faber and Faber Ltd: 180.
Guidi, Pietro et Giusti, M. Rationes Decimarum Italiae. Tuscia. Le decime degli anni 1295-1304, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1942.
Haywood, John, B. Catchpole et al. The Cassell Atlas of World History. ‘Etruscans, Greeks and Carthaginians, 800-480 BCE’, Andromeda Books. London/ Oxford. Cassell, 1997.
Hubert, Jean. “Les Cathedrales Doubles e l’Histoire de la Liturgie” in Atti del 1e Congresso Internationale di Studi Longobardi, Spoleto, 1951: 167-176.
Imperiali, Gioseppe Renato. Vita di P. Giovanni di s. Guglielmo. Rome, 1733.
Insight Guide to Tuscany. APA. 2008
Kehr, PF. Regesta Pontificum Romanorum. Berlin. 1907.
Lami. Sanctae Ecclesiae Florentinae Monumenta. Florentia. 1758; 1796.
Landucci, Ambrosius. Sacra Ilicetana Silva. Siena. 1653.
Sacra leccetana selve, cioe, origine e progresso dell’antico e venerabile Eremo e Congregatione in Toscana di Lecceto dell ‘Ordine del Padre sant’ Agostino’. Roma. 1657.
Langobardischen Urkunden. Charta Donationis. Pavia. http://www.documentacatholicaomnia.eu/04z/z_06500755__Absens__Longobardorum_Acta_[Langobardische_Urkunden]__LT.doc.html
Lanteri. J. Pars Tertia Monastici Augustini di Nicolai Crusenii. Vallisoleti,1890. http://www.ghirardacci.org/files/biblioteca/crusenio.pdf.
Lanzi. L. A.Saggio di lingua etrusca e di alter antiche d’Italia per servire. 1821.
Lindemans, Michael F. in Encyclopaedia Mythica. 1997.
Lubin, Orbis Augustinianus, sive Conventus Eremitarum Sancti Augustini chorographica e topographia descriptio. Parigi. 1ª edizione, 1659; 1b edizione. 1672.
Mappa Topografica del Val di Tevere. ASF: Miscellanea di piante 248. 1767.
Marquez, Juan. Origine delli Frati Eremitani del Ordine sant’Agostino. 1628: 194.
Massaini, Moreno. Alto Casentino, Papiano e Urbech: La Storia, I Fatti, La Gente. 2015.
Matteagi, Gian Paolo. Valtiberina e Marca Toscana. Carta dei sentieri.1:50 000. S. E.L.C.A. Via Reginaldo Giuliani, 153. Firenze.
Mattei, Mario. “Pre-istoria dell’Ordine Agostiniano e origine delle Congregazioni dell’Osservanza”.
McLeish, Kenneth. Myth: myths and legends of the world explored. Bloomsbury, 1996.
Mittarelli J. B. e Costadoni. Annales Camaldolenses. t. I-VII. 1755-1753. (digitalizzati nel 2010).
Muratori, L.A. Antiquitates Italicae medii aevi. 1738.
Muzi, Giovanni. Memorie Ecclesiastiche. Vol –IV. 1842.
Negro Ponzi, Maria Maddalena. ‘Romani, Bizantini e Longobardi: Le Fortificazione Tardo Antiche e Alto-medievale elle Alpe Occidentale.’ In Le fortificazione del Garda, 1999. pp 137-154.
Niermeyer, J.F. Mediae Latinitatis Lexicon Minus. Reprint 1976. https://archive.org/details/Niermeyer_Mediae_Latinitatis_Lexicon_Minus.
Partner, Peter. Two thousand years: the first millennium: the birth of Christianity to the Crusades. Granada, 1999.
Pasqui, Ubaldo. Documenti per la storia della città di Arezzo nel Medioevo. Vols. I+II. Arezzo 1899.
di Pietro, F. e G Fanelli. La Valle Tiberina Toscana. EPT. Provincia di Arezzo. Firenze 1973.
di Pietro, F. e Romano, R. Nuovo Atlante Storico-Geografico Camaldolese. Roma 2012. pdf.
Pincelli, A. Monasteri e conventi del territorio aretino. Firenze. 2000.
Pipini, Giuseppe. I Metalli di Arezzo. Museo storico di oro italiano. <Archeomedia.net> n.d.
Pliny the Elder. Natural History. Penguin. (Tradotto in inglese da John F. Healy). 1991. XII:164.
Power, Daniel. The Central Middle Ages. Oxford University Press, 2006.
Quilici, Lorenzo e S. Quilici. Eds. Strade Romane, Ponti e Viadotti. l’Erme da Brettschneider. 1996
Rano, Balbino. Dizionario degli Istituti di Perfezione. (Accessed 28/06/2000, R. 019) http://www.ghirardacci.it/dip-1/dip-1.htm).
Rauty, N. Documenti per la storia dei Conti Guidi in Toscana: le origini e i primi secoli. Olschki. Firenze. 2003.
Regesto di Camaldoli I , II e III. Regesta Chartarum Italia. Roma, Ermanno Loescher. I: 1907. II: 1909, e III: 1914.
Regesta Chartarum Italia. 1907- 1993.
Repetti, Emanuele. Dizionario geografico fisico e storico della Toscana. T. I-VI 1835. http://stats1.archeogr.unisi.it/repetti/.
Ridgway, DWR. ‘Vetulonia’. Oxford. 2016. Oxford Classical Dictionary online.
Roth, Peter. F. “Cardinal R. Annibaldi” in Augustiniani, JSTOR, V.3 No.3/4. 1955.
Saccocci, Andrea. “Monete Antiche”. Rinvenimenti monetali nella Tuscia dell’Altomedioevo flussi (Secc Vi-X). Ed. A. Alberti e M. Baldassari. 2005.
Sbaraleae, Fr. Ioannis Hyacinthi. Bullarum Franciscane Tom. Romanorum Pontificem, 1679
Schiaparelli, Luigi. Codice Diplomatico Longobardo. sec. VIII. Vol II. http://www.libreriamedievale.com/codice-diplomatico-longobardo-sec-viii-vol-ii.html.
Schiaparelli, L. I Diplomi di Berengario I. Roma. 1903.
Schmitt, Jean Claude.Medioevo Superstizioso. Editori Laterza. 1988.
Schneider, F. Regestum Senese Regesten der Urkunden von Siena. Rome, 1911.
Solvanus, F. Historia monasteri s. Michaelis de Passiniano, sive corpus historicum. 1741. (2011)
Stra, C. “I più antichi documenti del monastero di s. Maria di Rosano”. La Signoria monastica ipotesi e modelli di funzionamento: il monastero di s. Maria di Rosano, secoli XII, XIII. Nel Lontano della città: Il Valdarno di spora nei secoli XII -XIII’, eds. G. Pinto et Pirello. Roma. 2005.
Tafi, Angelo. Le Antiche Pievi. Caloschi.1998
La Chiesa Aretina. Badiali, 2007
Taglieschi, Lorenzo. Le Memorie historiche e Annali della Terra di Anghiari’. 1614. Riscritto da Daniele Finzi e Matteo Parreschi, e ripubblicato da Gruppo Donatore di Sangue Fratres. Anghiari. 1991.
“Fasti Anghiaresi”, XVIIsec. Manoscritto. Bibliotheca Comunale di Sansepolcro.
Thomson de Grummond, N. 2006. The Religion of the Etruscans. Univ. of Texas Press.
Tiraboschi, G. Storia dell’Augusta Badia di san Silvestro di Nonantola. 1784.
Tommasi, Giugurta. Dell’Historie di Siena. 1625.
Torelli, L. Secoli Agostiniani overo Historia generale del sacro ordine eremitano di s. Aurelio Agostino. Additione. 1682.
Torelli, M. e C. Masseria. Atlante dei Siti Archaeologici della Toscana. “Città di Castello”. Foglio 115. L’erma di Bretschneider. 1992
Tuti, F. Le Miniere di Anghiari e il loro ingiusto abbandono. Firenze. Stab. Benelli e Conti. 1896.
Van Luijk, B. Le Monde Augustinien du XIIIe – XIXe siècles. 1972.
Eremiti Neri nel Dugento. Pisa. 1968.
Vasconi, M. Leggenda degli Etruschi. Demetra. Atlanta della Storia. 1998
Vedovato, G. Camaldoli e La sua Congregazione dalla Origine al 1184: Storia e Documentazione. Cesena. Badia di S. Maria del Monte. 1994.
Visitatione Eccliam versus castrum Montis Acuti. 1583. Archivio Vescovile Arezzo.
T. Zazzeri. “Guido da Staggia”. Analecta Agostiniana XLV. 1982.
Zingarelli, N. Vocabulario della lingua italiana. Zanichelli. 2021.